Per anni, Hotel Splendide (1932) è stato considerato perduto definitivamente, come molti altri film di Michael Powell realizzati prima dell’incontro con Emeric Pressburger nel 1939 sotto gli auspici di Alexander Korda. Lo stesso regista non si dimostrava più di tanto dispiaciuto di questa perdita e, in occasione della prima grande retrospettiva che il British Film Institute gli dedicò alla fine degli anni Settanta, dichiarò paradossalmente che la sua reputazione non sarebbe sopravvissuta all’eventuale riscoperta di questo materiale.

Girati da Powell negli anni Trenta al rientro in patria dopo un periodo di apprendistato negli studi di Rex Ingram nel sud della Francia, questi film sono spesso definiti quota quickies per il contesto produttivo in cui sono stati realizzati. Come spiega Ian Christie, il Cinematograph Film Act, approvato dal Parlamento del Regno Unito nel dicembre 1927 per tutelare la produzione cinematografica britannica dal peso schiacciante di quella hollywoodiana, istituiva una quota minima progressiva annuale di film inglesi che distributori e produttori dovevano garantire fino a raggiungere un massimo del 20% nel 1937.

Da qui il nome di quota quickies di solito dato a questa produzione, che cercava di capitalizzare sulla possibilità di finanziamento e aveva necessariamente ritmi di realizzazione veloci, puntando più sulla quantità che sulla qualità. Grazie al progetto di restauro e di preservazione di tutta l'opera di Powell intrapresa dal British Film Institute, ora possiamo vedere anche questa prima produzione del regista, apprezzandone limiti e opportunità di fronte alle strettoie produttive.

Che Hotel Splendide sia il sesto film diretto da Powell ad appena un anno dal suo debutto come regista testimonia la velocità delle produzioni inglesi di quegli anni. Tuttavia, sarebbe ingiusto trattare come un mero documento di una modalità produttiva intensiva la divertente storia di un frustrato impiegato che, ereditato il “magniloquente solo nel nome” Hotel Splendide, non solo deve rilanciarlo economicamente ma anche affrontare i delinquenti che vi risiedono e che vi hanno nascosto una preziosa collana di perle.

Il film mette infatti in evidenza la capacità di Powell di creare significative collaborazioni professionali con attori, autori e tecnici e la creatività artistica del regista nel difficile momento di passaggio dal muto al sonoro. Ralph Foster Smart diventerà lo sceneggiatore di altri quota quickies di Powell, mentre l’attore Jerry Verno sarà diretto per altre quattro volte dal regista, ottenendo anche un piccolo ruolo in Scarpette rosse (1948).

Pur nei limiti evidenti del budget, Hotel Splendide si apprezza per il ritmo e per quel privilegiare l’elemento visivo sulla parola che caratterizzerà anche la produzione successiva del regista. Powell si lamentava del fatto che, con l’arrivo del sonoro, il genere slapstick si avviava al tramonto, privilegiando giochi di parole all’azione. Diverse scene di Hotel Splendide non vogliono rinunciare a questo primato del visivo e dell’azione, su tutte quella in cui la cassetta contenente la collana di perle viene dissotterrata e passa tra le mani di tutti gli ospiti dell’albergo, alcuni ignari del contenuto, altri fin troppo consapevoli.

Per questa caratteristica, è interessante accostare Hotel Splendide alla serie muta di Travelaughs, variazioni comiche sui film di viaggio, girati nel 1927 nel sud della Francia e in cui Powell compare come attore (anche se pare abbia avuto la possibilità di dirigere qualche scena), facendo così il suo ingresso nell’industria cinematografica britannica. Nel ruolo del pedante naturalista Cicero Simp, membro di un’improbabile comitiva che include sceicchi ed ereditiere, Powell ebbe sicuramente modo di sperimentare tecniche di recitazione e direzione che avrebbe perfezionato nel corso della sua carriera artistica.