Mentre Hae Sung inquadra con il suo cellulare il panorama di Seoul vista dall’alto, Nora, dall’altro capo del telefono e dell’oceano, afferma «mi manchi». Sono dodici anni che Na Young si è lasciata alle spalle la capitale coreana, cambiando nome in Nora e abbracciando un’identità più occidentale; Hae Sung invece ha continuato a vivere in Corea del Sud, ha fatto la leva militare e cominciato gli studi lì – quando rivede Na Young dopo dodici anni, attraverso lo schermo del computer, anche lui dice «mi sei mancata».

L’opera prima di Celine Song, candidata sia ai Golden Globe che agli Oscar 2024, uscita nelle sale italiane il giorno di San Valentino, non è un film romantico… per lo meno, non nella nozione amorosa del termine. Nel raccontare gli attimi in cui le vite di Hae Sung e Na Young si intrecciano, la Song romanticizza il passato, i se e i ma, i ricordi e il destino.

Nella trilogia di Richard Linklater (Before Sunrise, Before Sunset e Before Midnight) ogni volta che i due protagonisti si ritrovano, sebbene siano passati una decina di anni, non ricostruiscono semplicemente i loro trascorsi attraverso il racconto, ma dialogano per conoscersi più approfonditamente e alimentare il loro rapporto; l’anti-storia d’amore di Celine Song, invece, costringe Hae Sung e Na Young alla staticità, li lascia appesi all’immagine che hanno dell’altro, ancorati a un’idea di persona, di città e cultura che non esistono più così come se li ricordano.

Ma mettendo da parte per un momento le vicende di Hae Sung e Na Young e i significati del loro amore reso impossibile dal destino, ci si rende conto che la vera protagonista è di questo lungometraggio è Nora, la donna coreana dal nome occidentale il cui sguardo rompe la quarta parete proprio all’inizio del film. I suoi occhi richiamano l’attenzione del pubblico in modo che questo non si focalizzi troppo sui suoi amori (il fidanzatino coreano e il marito statunitense).

Anche se lo spettatore, per tutta la durata del film, ripercorre alcuni episodi della vita di Nora così da comprenderne meglio la sfera affettiva e quindi gli aspetti romantici della sua esistenza, ciò che traspare è soprattutto la sua essenza ambiziosa e il modo in cui decide di essere (s)legata (d)al proprio passato. Nora è semplicemente sé stessa, al di là di come Hae Sung possa ricordarla. E se nel film si vuole ritrovare dell’Amore, bisogna allora cercarlo piuttosto nel rapporto con il marito Arthur: ognuno accetta l’altro per il proprio passato e il proprio presente, cercando di rendere la vita dell’altro "un po’ più vita".

La semi-autobiografia di Celine Song è un film in cui traspare non il doppio, ma l’individuo. Si tratta di un lungometraggio in cui la realtà viene filtrata attraverso l’esperire dei singoli personaggi e non da un soggetto collettivo come può essere la coppia innamorata, e che quindi travalica le aspettative legate al “film uscito a San Valentino”. Una piacevole e malinconica sorpresa accompagnata dalle note dei Grizzly Bear.