In transito il progetto di Home Movies (presentato come evento di apertura della XIV edizione di Archivio Aperto 2021 presso il Teatro Comunale) dedicato alla poetessa Patrizia Vicinelli (1943-1991) è stato un tentativo, ben riuscito, di dare corpo e consistenza fisica alle parole della poetessa “Non c’è arrivo non c’è sosta non c’è partenza, ma il succedersi senza tregua”. A trent’anni dalla scomparsa della poetessa, performer, artista e filmmaker sperimentale bolognese, grazie al lavoro di Home Movies e della curatrice del progetto Giulia Simi, si dà un contributo fondamentale alla ri-scoperta della sua figura, con una forma interdisciplinare che mescola proiezioni, letture, musica ed esposizioni.

Patrizia Vicinelli, bolognese di nascita, entrò, giovanissima, a far parte del Gruppo 63 durante il convegno a La Spezia del 1966 a seguito di una sua prestazione di poesia visiva accolta entusiasticamente dai membri del Gruppo. Era una figura carismatica, aperta alla sperimentazione e alla ricerca di performance che fossero in grado di sostenere una vera e propria espansione della poesia nel corpo poetico, come ha sottolineato la curatrice dell’evento, “Vicinelli aveva la capacità di far scorrere la poesia attraverso il suo corpo”.

Ecco come dai suoi archivi privati viene fuori un recupero della parola in senso propriamente tattile. Non a caso il mantra ricorrente della poetessa era "vita uguale opera", così attraverso il rischio personale e artistico ella intendeva generare forme e sensazioni artisticamente degne, creativamente spinte. Vicinelli eseguiva performance di poesia orale e scriveva per Alfabeta, Marcatré, Ex, Quindici. Collaborava, si confrontava con neoavanguardisti come Emilio Villa, Adriano Spatola, Alberto Grifi, Franco Beltrametti.

Di Alberto Grifi sono alcuni dei filmati presentati insieme a quelli di Gianni Castagnoli che restituiscono una essenza chiaramente cinematografica alla personalità di Patrizia, ripresa in alcuni momenti di vita privata, con maglia a righe e i capelli raccolti in uno chignon, da un Super 8. Uno zoom all’indietro e gli occhi di Patrizia dritti in camera ridanno ardore allo sguardo profondo di una poetessa che ha tentato spesso di ripercorrere gli anfratti della memoria, ma senza eccesso nostalgico, quanto con una lucida capacità di affondare nei recessi del passato. Scriveva sul suo taccuino perduto Vicinelli: “La memoria è la TRAMA dell’universo”. Poi cancellava e riscriveva “la memoria è il TRAUMA dell’Universo”.

La poetica di Patrizia Vicinelli spazia attraverso influenze ed espressioni poetico-visive con prodotti artistici esposti in tutto il mondo. Vicinelli incontrò anche il cinema attraverso Tonino De Bernardi, Mario Gianni, Alberto Grifi e Claudio Caligari. Con Caligari entrò nel cast di Amore tossico nel 1983 interpretando una pittrice (lei che era in realtà una poetessa) del Gruppo 63. Come la gran parte degli attori scritturati per l’esperimento di Caligari (un gruppo di tossicodipendenti romani chiamati come protagonisti di una pellicola che aveva ad oggetto l’ eroina) anche Patrizia Vicinelli morì di AIDS nel 1991.

Nello spettacolo In transito l’immagine della poetessa, la sua voce e le sue parole sono state accompagnate dalla tromba di Paolo Fresu in una sonorizzazione inedita nella quale è stato mostrato, per la prima volta a colori, l’opera Apotheosys of Schizoid Woman, una plaquette di poesia visuale realizzata tra il 1969 e il 1970 durante l’esilio della poetessa in Marocco e pubblicata nel 1979 in bianco e nero sulla rivista d’avanguardia «Tau/ma», fondata e diretta da Mario Diacono e Claudio Parmiggiani.

La plaquette è riemersa grazie a uno scavo d’archivio che ha portato alla luce 27 diapositive realizzate con il compagno Gianni Castagnoli e si espande nella sua ricchezza poliedrica di segni e materie: il tratto grafico, il collage, il prelievo da quotidiani, le riviste, i telegrammi, le scatole di medicinali convivono con le fotografie di famiglia e il pensiero di Vicinelli. Alla plaquette sono state intrecciate immagini inedite provenienti dagli archivi filmici di Home Movies – una pellicola Super8 degli anni Settanta e un estratto della video performance Non sempre ricordano (1987), entrambi girati da Castagnoli – e le fotografie di Alberto Grifi, custodite dall’omonima associazione. Non è la prima volta che le parole di Vicinelli e la tromba di Fresu si incontrano: i due, realizzarono nel 1989 lo spettacolo Majakovskij il Tredicesimo apostolo, un concerto per voci e tromba poi pubblicato in CD dall’etichetta Cramps Records, oggi introvabile.