Ha inaugurato lo scorso 17 novembre a Bologna la mostra ByWays dedicata alle fotografie di Roger A. Deakins. Conosciuto al pubblico cinefilo per il suo superbo lavoro come direttore della fotografia, vanta la collaborazione con alcuni dei registi più amati di sempre: passando da Martin Scorsese, a Denis Villeneuve, Sam Mendes e senza dimenticare quella proficua ed eccezionale con i fratelli Coen.
Vincitore di due premi Oscar - rispettivamente per Blade Runner 2049 e 1917 - e ben altre quindici nomination, Sir Deakins accende per la prima volta i riflettori su una produzione più intima e personale: ByWays nasce come progetto monografico nel 2021 con l'aiuto e l'appoggio della moglie James Ellis Deakins - curatrice della Mostra e con la quale dal 2020 intrattiene il podcast a tema cinematografico Team Deakins - e pubblicato poi da Damiani Editore.
Una raccolta di fotografie scattate nel corso degli anni e provenienti dai luoghi più disparati, tra viaggi di lavoro e no, che svelano di più dello sguardo sul mondo del Direttore della fotografia. D'altronde, quella che per gli occhi dei visitatori appare come una serie di scatti meticolosamente studiati, per lo stesso autore non è altro che una mera successione di ricordi dei suoi momenti di piacere. Deakins afferma: "La fotografia è rimasta uno dei miei pochi hobby, ma é soprattutto un pretesto per fare lunghe camminate, con la macchina fotografica in spalla e senz'altro scopo che non sia quello di osservare."
Un osservare il suo che si spoglia completamente di qualsiasi elemento possa risultare superfluo, come il colore che invece ricopre una parte predominante all’interno dei film per i quali ha lavorato: del resto “less is more”. Sì, perchè il mondo di Deakins è un mondo in bianco e nero, talvolta fortemente contrastato. Un dualismo che si fa visivo e centrale in tutte le sue fotografie: il confronto tra sabbia/mare, terra/cielo, elemento artificiale/naturale (es. l’incontro di animali e statue animalesche). L’autore così facendo riesce a creare delle simmetrie interne e degli equilibri peculiari; asciugando completamente le immagini da qualsiasi componente in campo produce uno straniante senso di vuoto e pieno nel medesimo tempo.
Prediligendo i campi lunghi e lunghissimi di spazi aperti - ricordando il minimalismo dei frame di Fargo e non solo - alterna spiagge dal sapore ghirriano a cristallizzazioni di puri attimi di vita (una pausa sigaretta, il dolce assaporare di un cono gelato di una coppia di anziani, avventori di un luna park…) Ma è grazie anche alla grande padronanza che ha del medium e della straordinaria capacità di catturare la luce ideale che il fotografo riesce a rendere statuari i suoi soggetti che siano essi persone, animali, costruzioni edili o luoghi naturali.
Ed è in tal modo che Deakins offre la sua produzione più privata e profonda agli spettatori, la sua strada secondaria appunto - “scegliere quando fare una fotografia e capire quali scatti abbiano un futuro rivela qualcosa di noi.”-; facendo irrompere con una forza ineguagliabile la sensibilità e l’ironia con le quali percepisce e ritrae la realtà. Anche perché nella highways del cinema è sempre presente una visione collettiva, dove necessariamente coesistono e convergono molteplici punti di vista.
La contrapposizione tra lavoro e svago è visibile anche lungo il percorso espositivo, dove dopo una selezione di 54 foto provenienti da ByWays, si offre al pubblico anche una sequenza di slideshow di alcune delle tappe cinematografiche di Roger Deakins: tra frame di Kundun, No Country for Old Men, The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, Skyfall e molti altri ancora.
La Mostra promossa da Cineteca di Bologna in collaborazione con Fondazione MAST e Damiani è visitabile fino al 15 gennaio 2023 presso il Sottopasso di Piazza Re Enzo a Bologna con accesso gratuito.