Spring Night, Summer Night sarebbe potuto diventare una pietra miliare del cinema americano se, come era stato programmato, fosse stato proiettato quella sera del 1968 al New York Film Festival. Invece il caso, il fato o semplicemente l’industria vollero che fosse ritirato all’ultimo minuto e che fosse presentato al suo posto Faces di John Cassavetes. Da quel momento, dopo una brevissima e limitatissima distribuzione, Spring Night, Summer Night venne completamente dimenticato anche dai più esperti critici e cinefili.

Eppure il film rappresenta un punto di svolta nel panorama della cinematografia americana, con il tentativo di sintetizzare le correnti del cinema europeo come la nouvelle vague francese e il neorealismo italiano per creare un nuovo modo di fare cinema, quasi un proto-cinema indie americano. Per questo motivo quest’opera appare modernissima agli occhi dello spettatore odierno, sia per la messa in scena, sia per il suo affrontare un argomento tabù come l’incesto tra fratello e sorella.

La voglia di sperimentare traspare moltissimo dalla regia di Joseph L. Anderson – affiancato dall’allievo Franklin Miller –, anche se non si traduce sempre in un’efficace esecuzione delle scene: la natura amatoriale della pellicola è molto visibile nei numerosi inciampi di regia, nel montaggio sconclusionato, nell’audio registrato alla meglio. Nonostante ciò il film riesce a stupire con una fotografia raffinatissima e con una recitazione sbalorditiva, soprattutto se si pensa che nessuno degli attori del film è professionista.

Per questo il film mantiene una patina di reale, di vita vera, che riesce a coinvolgere, rappresentando in maniera ineccepibile lo spaccato di una realtà soffocante, immersa in una miseria che è soprattutto miseria morale. Nell’ambientazione rurale della pellicola i valori del passato, impersonati dal padre padrone severo ma allo stesso tempo debole e depotenziato, si devono scontrare con l’irruzione della modernità.

L’indebolimento del padre, in precedenza figura centrale che inibiva in un certo modo l’individualità degli altri membri della famiglia, porta però allo sfaldamento della stessa, e così la moglie si allontana e i figli si scoprono liberi di perpetuare l’ultima delle aberrazioni. In Spring Night, Summer Night c’è l’intensità di una tragedia greca, ma anche l’impatto romantico di una morale boccaccesca: non si può pretendere di imprigionare e limitare l’amore, poiché esso, naturalmente, saprà sprigionarsi, abbattendo convenzioni sociali e tabù.

Spring Night, Summer Night è un film sulla modernità, sulla decentralizzazione, sull’incertezza, sull’abbattimento di vecchi valori e la difficoltà di innalzarne di nuovi. Se fosse stato distribuito sarebbe diventato un simbolo delle lotte sessantottine, dell’emancipazione sessuale. Invece resta una gemma solo da poco riscoperta e non si può che nutrire la speranza che incorra oggi nella gloria che si sarebbe meritata ieri.