Liberamente ispirato al racconto Nos (1836) di Nikolaj Vasil’evič Gogol trasposto poi in opera buffa in tre atti da Dmitri Shostakovich nel 1930, l’ultima fatica dell’animatore russo Andrey Khrzhanovsky si presenta semplicemente come “una combinazione di eventi storici, biografie e capolavori di artisti, compositori e scrittori dell’avanguardia russa e del totalitarismo”. Insomma, a prima vista una carrellata celebrativa, un carnevale russo immerso nella storia contemporanea del  Ventesimo secolo. Effettivamente, di per sé The Nose or the Conspiracy of Mavericks (che ha ricevuto il premio della giuria) non sembra seguire un’estetica uniforme: alternando tecnica mista, live-action, animazione CGI, figurine di carta, ritagli di giornale, collage digitale, colori a pastello e carboncino, lo snodo principale è quello del citazionismo, un succedersi di folle, persone e personaggi ricorrenti della storia contemporanea russa in cui molto poco frequentemente il ritmo visivo e narrativo si fanno davvero lenti.

È così che Khrzhanovsky ci introduce al lungometraggio il cui principio si svolge su un aereo notturno. I passeggeri in procinto di partire verso un viaggio senza meta cercano di occupare il tempo visionando film diversi sul retro dei sedili, film che non sono altro che archivi video dei più grandi capolavori del cinema russo del passato remoto e recente. Appare la conosciutissima sequenza della scalinata tratta da La corazzata Potëmkin, c’è Tarkovskij, ci sono Dziga Vertov e  Pudovkin, ci sono tutti i drammaturghi, i musicisti, gli artisti riproposti in figure animate in stop motion su vetro.

Se i livelli estetici sono molteplici, altrettanto sono quelli narrativi; assistiamo dunque al susseguirsi di tre forme del racconto: una breve riproposizione in chiave metateatrale del Naso di Gogol; la provocazione della celeberrima lettera “disperata” spedita a Stalin dal drammaturgo Michail Afanas’evič Bulgakov; la parentesi del 1936 vissuta dallo stesso Shostakovich riguardo la stroncatura e censura da parte della Pravda del suo Lady Macbeth nel Distretto di Mcensk. Tutto questo caos storico e culturale russo che a prima vista può sembrare incomprensibile è montato sapientemente da Khrzhanovsky e dai suoi animatori (spesso svelati e portati in scena come in un normale behind the scenes) come farebbe il maestro Ejzenstein col suo montaggio delle attrazioni.

Grazie anche alle musiche originali dell’opera di Gogol, siamo accompagnati in questo viaggio nel tempo, proprio come se fossimo su un aereo notturno pronto per decollare: alla scoperta dei maverick, “anticonformisti”, “ribelli” che nella Russia dei secoli scorsi fecero la storia e che promisero, con la loro arte, la libertà.