Il protagonista di The Poet and the Boy vive di poesia. Non nel senso materialistico del termine (negli ultimi tempi le sue poesie non hanno successo e lui deve insegnare in un doposcuola per portare a casa un minimo stipendio), ma in quello più alto e spirituale: ogni cosa è illuminata, per lui, dalla luce della bellezza e dell’arte poetica. Sono i suoi versi ad accompagnare la narrazione del film, in un gioco tra voce diegetica ed extra-diegetica: spesso la declamazione dei versi inizia mentre le immagini ci mostrano un paesaggio naturale o urbano, oppure un volto, a cui verosimilmente le parole fanno riferimento, per terminare sull’immagine del poeta stesso che sta leggendo la poesia ad altri, ad un pubblico diverso da noi e composto da persone che più volte nel corso del film ribadiscono di non avere idea di cosa parlino le sue poesie.

Emerge così la differenza tra un pubblico prossimo al poeta e un altro distante (noi), presso il quale la comprensione delle metafore poetiche è mediata dalle immagini, che non illustrano sistematicamente il testo ma all’ascoltatore offrono suggestioni. Noi dunque ci avviciniamo alla verità perché vediamo. Anche Hyon vede: vede l’essenza della bellezza nel commesso Se-yun e tramite questa si avvicina, forse, al significato della vita. Il poeta ritrova la sua ispirazione perduta, riapre “la mappa del cuore” per incamminarsi lungo nuove strade, alla ricerca della verità. Se-yun diventa per il poeta la guida di un viaggio che è anche un cammino verso la conoscenza di sé, richiamando ciò che Tadzio è per Aschenbach nel capolavoro viscontiano Morte a Venezia. La “bellezza sconsiderata” del ragazzo lo sconvolge: “il desiderio si accumula” e Hyon cerca di sublimarlo aiutando Se-yun e la sua famiglia, dapprima regalandogli cose utili, poi portandogli del cibo, infine dandogli dei soldi.

L’incontro con Se-yun porta Hyon ad interrogarsi sui propri sentimenti e sulle proprie emozioni, sia perché tutti gli rivolgono domande in merito (“Mi aiuti per compassione?” - gli chiede il ragazzo; “Lo ami?” – lo incalza la moglie) sia perché lui stesso non capisce cosa gli stia succedendo: lo eccita vedere Se-yun amoreggiare con una ragazza ma, come confessa ad un amico, non capisce se i suoi pensieri siano rivolti a lui o a lei.  Il tema dell’omosessualità non investe solo la sfera privata: The Poet and the Boy è anche un film sulla non-accettazione sociale dell’omosessualità in Corea, dove l’omosessuale è stigmatizzato come “pervertito” e l’impulso omoerotico semplicemente inaccettabile. Kim Yang-Hee si dimostra però particolarmente abile ad attenuare questo velo di frustrazione e negatività, dosando saggiamente malinconia e commedia, soprattutto nella prima parte. A prevalere è un registro poetico: attraverso la bellezza, la poesia e la vita, Hyon è “giunto faccia a faccia con il lato oscuro del mondo” e può finalmente affermare che “il mondo si è trasformato in poesia”.