«Il film più facile che abbia mai diretto» è la definizione che ironicamente Ken Russell dà del suo Tommy (1975), alludendo al fatto che potesse contare sulla collaborazione di Pete Townshend, compositore del disco da cui il film è tratto, e di Roger Daltrey, attore protagonista e cantante degli Who, che aveva già interpretato il ruolo per anni. L’autore britannico ha però rivisitato parecchio l’opera originale, aggiungendo interi personaggi e canzoni.
Russell era indubbiamente la persona perfetta per dirigere Tommy, capace di imprimere nel concept album di Townshend la sua poetica dissacrante e un’estetica ruvida quanto onirica e ultra pop. Già regista di diverse originalissime biografie su compositori classici, i motivi che lo spinsero ad accettare il progetto furono, a suo dire, la vicinanza della trama ad una sua sceneggiatura irrealizzata, The Angels, sul tema delle religioni fraudolente, e la possibilità di creare un «visual fist». Ha avuto ragione su entrambi i fronti. La storia di Tommy, cieco e sordomuto che si ritrova messia, viene nel film ampliata dalla scrittura originale del personaggio della madre – interpretata fenomenalmente da Ann-Margret, nell’album appena abbozzata – e dell’affarista patrigno.
Sul lato visivo, Tommy è il perfetto connubio fra ricostruzione storica e immaginazione lisergica, tanto che in diverse sequenze si ha l’impressione di rivedere la scena dell’esorcismo di massa de I diavoli (ancor più) sotto acidi. Sono gli stessi anni di Yellow Submarine e del nostrano Orfeo 9, i videoclip musicali non esistevano e il cinema migliore concepiva questi concept come una possibilità di sperimentazione prima che come musical.
A completare il quadro sono poi le sperimentazioni sonore di Townshend e la partecipazione di diversi altri artisti in ruoli secondari. Già ideatore della complessa quadrifonia alla base del disco Quadrophenia, in cui un personaggio scisso fra quattro personalità ritrova l’unità perduta sotto forma di contrappunto fra quattro melodie indipendenti, Townshend sfrutta per l’adattamento di Tommy un sistema sonoro a cinque canali che, purtroppo, non tutte le sale dell’epoca riuscirono a sfruttare.
Oltre alle perfette interpretazioni dei già citati Daltrey e Ann-Margret, vale la pena ricordare almeno le performance, attoriali quanto musicali, di Eric Clapton, Tina Turner ed Elton John, che potrebbero benissimo essere apprezzate all’infuori del film come videoclip autonomi.