La Compétition Internationale Moyens et Courts Métrages di Visions du Réel 2020 propone il bel documentario di Alexandra Dalsbaek, We Are Russia, girato tra il 2017 e il 2018, riguardante le vicende legate alle elezioni russe del 18 marzo 2018. Il film segue un giovanissimo gruppo di attivisti (tutti tra i 16 e i 24 anni), cresciuti all’ombra di Putin e sostenitori del suo oppositore principale nella campagna elettorale: Aleksej Naval’nyj, che sarà poi escluso dalla candidatura, ufficialmente a causa di varie condanne, ma più verosimilmente per la forte opposizione al regime autoritario di Putin, il quale lo fece arrestare più volte nel corso del 2017 per aver sostenuto manifestazioni non autorizzate dal governo.

Ciò che maggiormente colpisce è la determinazione, la vitalità e il coraggio che questi ragazzi mettono nella protesta, nonostante la giovane età e la sostanziale mancanza di libertà di manifestazione. I giovani attivisti si appostano davanti ai principali edifici governativi tenendo in mano cartelli che generalmente le persone ignorano, fino al momento in cui puntualmente arriveranno un paio di poliziotti a controllare i documenti (spesso fotografandoli illegalmente). La reiterazione di queste inquadrature e situazioni riesce a trasmettere alla perfezione quanto sia difficile protestare pacificamente in un Paese che si definisce Repubblica, ma che, a conti fatti, assomiglia di più a un regime autoritario. I flash mob e le manifestazioni sembrano raid, incursioni rapidissime, lotta contro il tempo per non farsi bloccare dalle forze dell’ordine e avere materiale da diffondere attraverso i social network.

La macchina da presa entra anche nelle aule dei tribunali, filmando processi e sentenze ai compagni attivisti, segue un comizio pubblico di Putin fino ad arrivare ai seggi elettorali in quel fatidico 18 marzo, testimoniando varie irregolarità e l’ostilità comune verso Milena, giovane scrutatrice intenta controllare che le votazioni avvengano a norma di legge. Giunge infine il momento delle proteste del 5 maggio 2018, giorno triste, giorno di cariche immotivate e scontri, durante il quale circa 1600 persone vennero arrestate, tra cui la stessa Milena, rilasciata dopo 48 ore,  e Konstantin, un altro degli attivisti seguito dall’occhio della Dalsbaek, rilasciato dopo 9 mesi.

Il film è un’immersione di 63 minuti nella Russia giovane che protesta contro il regime putiniano e si fa portavoce delle migliaia di contestazioni di cui i media tradizionali non parlano. In un Paese dove la censura è pratica comunemente accettata e un uomo solo ha il potere di apportare modifiche costituzionali che gli permetteranno di ripresentarsi alle elezioni del 2024 e rimanere potenzialmente in carica fino al 2036.  Per tutti questi motivi crediamo che questo sia un lavoro necessario ed acquisti ancora più valore in un periodo in cui sono ancora più impensabili le manifestazioni di protesta.