In principio fu la cinepresa, in principio fu la realtà. Procediamo con più calma e dimentichiamoci per un attimo i fratelli Lumière e i trucchi di Méliès. Non ci dilungheremo in analisi intricate, non cercheremo significati nascosti in un movimento di macchina o in una messa in scena. Il cinema delle origini era semplicemente quello che vediamo noi centovent’anni più tardi. Cambia solo il contesto di visione: il pubblico odierno fruisce di un film muto, quando ne ha l’occasione, in religioso silenzio in sale cinematografiche o nelle cineteche, il pubblico di fine Ottocento assiste alle proiezioni nei caffè e nelle sale di teatro, disturbati dal chiacchiericcio, dal fumo di sigaretta, dallo sfarfallio del proiettore, spesso accompagnato dal pianoforte o in presenza di una piccola orchestra.

Dunque, in principio fu la cinepresa con scene fisse di paesaggi (l’innovazione del montaggio arriverà circa dieci anni più tardi), in principio fu la realtà fotografica. Cosa cambia nel 1898, tre anni più tardi della nascita del cinema? Accade che si iniziano a girare le prime scene di finzione, poiché in un lasso di tempo davvero breve comincia anche una forte concorrenza tra i Lumière, la neonata Pathé Frères (fondata nel 1896) e l’altrettanto giovane Gaumont (1895). I Lumière lanciano quindi una serie di scene raffiguranti la vita e la Passione di Gesù Cristo in tredici quadri fissi della durata di nemmeno un minuto ciascuno, da rappresentare durante le festività, in particolare quelle pasquali. Proporre il nuovo aiutandosi con la realtà, inscenare davanti ad una cinepresa come se ci si trovasse a teatro, mostrare al pubblico i risultati ottenuti. Questo non è il solo cambiamento che avviene in tre anni: molto probabilmente la regia (o meglio, mise en scene, è ancora molto presto per parlare di direzione e autorialità) sarebbe da accreditare a George Hatot, con Alexandre Promio operatore di macchina. Barbe-Bleue (1898) o Exécution de Jeanne D’Arc (1898), altre due scene che troviamo nei cataloghi Lumière, una profana e una sacra, sono da ritenersi dirette da Gaston Breteau. Inizia quindi a nascere il primo germe di un sistema di ripresa collettivo e non più individuale come quello di tre anni prima.

Sono questi gli anni in cui le case di produzione iniziano a redigere i primi cataloghi: troviamo, oltre alle scene religiose, una prima divisione in “generi” o temi quali, per esempio, vedute,  scènes piquantes, scene di vita politica, comiche, trasposizioni di fiabe e riprese naturalistiche.

In principio fu la cinepresa, in principio fu anche finzione. Il terzo anno di cinema è più adulto e maturo di quanto si creda.