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L’incerto limbo di “Ride”
Restiamo quasi impassibili davanti allo scorrere del film, distaccati e confinati in un incerto limbo che ci abbandona in bilico tra un singhiozzo abortito e un sorriso appena accennato per via delle battute non sempre convincenti del copione. Un copione che, infine, avrebbe potuto essere interamente interpretato dallo stesso Mastandrea, al quale un merito va di certo riconosciuto: è stato capace di infondere il suo imprinting recitativo a tutti gli interpreti del film senza distinzione di sesso o età, tutti misurati e asciutti come lui, ironici nella sofferenza e sofferenti nell’ironia. Nel bene e nel male. Una ridondanza eccessiva per un primo film da regista, forse. Oppure una vera traccia di autorialità? Nell’incertezza attendiamo gli sviluppi di un talento che potrà forse meglio esprimersi al prossimo tentativo di regia.