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Addio a Albert Finney, genio sornione

Se la grandezza dell’ultimo Michael Caine si vede nell’eleganza sorniona del suo immenso sguardo liquido che si affaccia felicemente in qualsiasi produzione, quella del parco Finney la si ritrova invece nei rari exploit. Un po’ come Tom Courtenay, suo partner nel memorabile Il servo di scena, un monumento alla (loro) recitazione dove Finney è un dispotico e vulnerabile capocomico sul tempestoso viale del tramonto. Un incontro inevitabile, quello tra due dei volti più emblematici del Free Cinema. Gioventù, amore e rabbia. Sabato sera, domenica mattina: un manifesto dissacrante, vitale, inquieto, che identifica il suo orizzonte nell’affascinante e teso protagonista, all’epoca una magnifica rivelazione destinata a codificare un vitale carattere anti-borghese. E poi Tom Jones, la consacrazione a star, che a rivederlo oggi impressiona per la scatenata spavalderia con cui la scattante regia di Tony Richardson si adatta allo spirito anarchico di un adorabile bastardo.