Archivio
“Il corpo della sposa” e la politica dei corpi
Opera d’esodio di Michela Occhipinti -già autrice di numerosi documentari – Il corpo della sposa risente degli stilemi tipici del documentario ma sfrutta i meccanismi della fiction per narrare una storia che non si esaurisce entro i confini della testimonianza etnografica. Pare, piuttosto, un pretesto narrativo per veicolare significati universali, una riflessione che attraversa la contemporaneità e che coinvolge tanto il mondo orientale quanto quello occidentale. Invero, la narrazione si colloca all’interno del panorama mediatico post femminista, accarezzata da una sensibilità che caratterizza la rappresentazione di genere nel cinema, in accordi con alcuni topoi stabili: tra questi, la femminilità come proprietà corporea, l’autodisciplina, la libertà di scegliere, la tensione verso l’empowerment.