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Blue is the warmest colour in “Blue My Mind”

Quel che più colpisce di Blue My Mind – Il segreto dei miei anni è l’angoscia che lo avvolge, che è quella di Mia e del suo incubo. Come in Aronosfsky, lo strappo del crescere e del comprendere chi si è passa anche per la mutilazione e lo sfregio dei corpi, ancora più disturbanti che nel Cigno nero perché inferti a chi da poco è uscito dall’infanzia. L’inquietudine di Mia, disperata e confusa, il suo senso di estraneità a se stessa, alla famiglia e ai coetanei trasmettono tutta la minaccia dell’età acerba, caricandola di tinte di profondo turbamento. Anche per questo rasserena e insieme inquieta che, fra genitori invisibili come quelli immaginati da Gus Van Sant per i ragazzi di Elephant, sia proprio l’amica di Mia, abbandonata dalla madre, a farsi carico della radicale trasformazione della ragazza e ad accompagnarne il risolutivo sbocciare.