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L’epica infetta di “L’immortale”
Non si può non apprezzare l’ingegno che Marco D’Amore dimostra nel realizzare un prodotto indipendente e, allo stesso tempo, legato a filo doppio con la serie Gomorra. Co-sceneggiatore, regista e, naturalmente, attore, D’Amore cura la sua creatura con modestia, senza troppi eccessi e ingenuità, lasciando che lo scetticismo svanisca tra le pieghe di un film che respira in sintonia – a livello estetico, storico, sonoro e narrativo – con ogni singolo episodio della serie. Si potrebbe anzi obiettare che L’immortale, se frammentato, non avrebbe sfigurato come parte integrante del prodotto televisivo, ma l’approdo sul grande schermo sancisce ancora una volta l’importanza di Gomorra nel ridefinire i limiti del genere crime a livello internazionale.