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“Strade perdute” tra musiche e suoni

Breve antologia di riflessioni e dichiarazioni intorno al maestoso e conturbante lavoro su suoni e musiche nel film di Lynch: “David mi ha descritto l’immagine del mondo dove la storia è ambientata, un mondo di doppia identità, di misteri, di labirinti mentali e mi ha descritto il tipo di musica che voleva: molto astratta, oscura, capace di insinuarsi in profondità, sotto i dialoghi, di muoversi lentamente come qualcosa di bellissimo ma cupo”.

“Strade perdute” e la critica

Il ritorno in sala di Strade perdute permette un breve ricognizione su quello che uscì all’epoca, da parte di una critica al tempo stesso spiazzata e ammirata dallo sperimentalismo di Lynch. Come scrisse Thierry Jousse, del resto, “il principio di narrazione schizofrenica svolge un ruolo decisivo nella destabilizzazione suscitata dalla pellicola, poiché impedisce chiaramente qualsiasi principio di identificazione, sbarrando ogni accesso privilegiato al senso”.