Archivio
“Il club dei 27” a Visioni Italiane 2018
La vicenda reale di Giacomo Anelli nel documentario di Mateo Zoni è soggettivizzata, modellata per acquisire sembianze diaristiche, liriche, autoriflessive ma anche in grado di ospitare una densità saggistica, attraverso la rielaborazione di immagini di repertorio e materiali d’archivio. Il Club dei 27 inizia il racconto della passione di Giacomo per Giuseppe Verdi ricordando i momenti dell’infanzia in cui il nonno gli faceva ascoltare Pavarotti: “all’inizio sembrava uno che urlava” ma giorno dopo giorno gli era entrato nella testa. Ad undici anni Giacomo, che ascolta la musica di Verdi dall’età di due anni, desidera fortemente entrare nel Club dei 27.
Visioni Italiane 2018: Mateo Zoni tra Parma e Verdi
Mateo Zoni ha fatto un percorso geografico molto particolare: nato a Parma, si è trasferito a Roma circa dodici anni fa. Tuttavia tutti i suoi film sono stati realizzati nella sua terra d’origine, “come se avessi un teatro da posa qui” racconta con tenerezza. Il regista ha sottolineato l’importanza dei festival nella distribuzione di un film così sui generis: “fornisce un pubblico già fatto” al prodotto, che frequenta le proiezioni per quello che la manifestazione rappresenta. Tuttavia Visioni Italiane non è l’unica tappa per Il club dei 27: basta dare un’occhiata alla pagina Facebook del progetto per vedere tutte le date del lungo tour promozionale, che tocca diverse città italiane da Milano a Roma. “Intervenire nel mondo digitale può aiutare a far vedere questo lavoro”, spiega Mateo Zoni.