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“Le donna della mia vita” tra Bening e Gerwig

Il senso de Le donne della mia vita lo possiamo intuire recuperando il titolo originale del terzo film di Mike Mills. 20th Century Women mette il secolo accanto alle donne, il tempo che scorre inesorabile e dolce addosso alle persone. Se nel suo film precedente, l’indimenticato Beginners, c’era un padre che metteva alla prova il figlio, qui il rapporto è ribaltato e mette al centro una madre, che quotidianamente, ammettendo le proprie difficoltà nell’accompagnare in solitudine il ragazzo verso la vita adulta, si chiede come si faccia “a diventare un brav’uomo”. Annette Bening fuma le Salem leggere, calza le Birkenstock, indossa i pantaloni come li porterebbe Katharine Hepburn e, così apodittica, preoccupata, ruvida, umanissima (“Credo soltanto che avere il cuore spezzato sia un modo terribile per sapere come va il mondo”; “Chiedersi se si è felici è il primo passo verso la depressione”), è indimenticabile.