Bertrand Bonello è tornato in sala, anche se in Italia per soli tre giorni, con un film coraggioso e originale. Coma si colloca alla fine di quella che il regista ha definito la “trilogia della giovinezza” dopo Nocturama e Zombi Child e riflette ancora una volta sul mondo lasciato alle giovani generazioni, annunciando, forse, la fine di un’epoca. Un film criptico, intelligente e pieno di spunti che senza moralismi affronta le angosce del presente.

Coma inizia e si conclude con un video che il regista dedica alla figlia da poco diciottenne Anna: un messaggio toccante che arricchisce il film di una forte dimensione emotiva. Dopodiché veniamo introdotti nella stanza di un’adolescente (interpretata da Louise Labèque) chiusa in casa per una qualche emergenza nazionale sulla quale non riceviamo chiare spiegazioni.

Da sola senza vedere mai nessuno, se non qualche amica in videochiamata, finisce con l’interfacciarsi principalmente con una strana youtuber, Patricia Coma (Julia Faure), e a scrivere dialoghi che le sua bambole recitano come fossero vive. Con questi pochi elementi il film diventa un gioco di specchi strutturato su più livelli che riconducono tutti allo stato d’animo turbato, pessimista e rassegnato della protagonista.

Tra riprese in digitale, animazione 3D e 2D e video d’archivio Bonello ci getta nel turbine vorticoso d’immagini che è diventata la nostra vita. Coma sembra un film sul lockdown, ma in realtà quell’internamento è solo una metafora per dire altro. Bonello vuole rappresentare l’eredità che le vecchie generazioni stanno lasciando ai giovani, un’eredità senza speranze fatta di macerie. Non a caso Patricia Coma, la youtuber per cui la protagonista sembra ossessionata, porta avanti discorsi pseudo-filosofici molto convincenti tendenti al nichilismo. “Il libero arbitrio non esiste”, “le nostre azioni non hanno alcun senso” ripete più volte, traducendo un umore oggi molto diffuso.

La questione del determinismo è interessante perché la youtuber cerca in tutti i modi di coinvolgere il suo pubblico gettandolo nell’inazione, come se fossero gli stessi social a indurre all’auto-annullamento attraverso meccanismi di persuasione che ne prolungano la fruizione. Infatti, i suoi contenuti passano con grande naturalezza dalla filosofia al meteo, mostrando anche come internet esponga ad una vera e propria schizofrenia dell’immagine che getta chi ne usufruisce in un frullatore dove si passa in un secondo da un video di cucina alle confessioni di un serial killer.

Il film di Bonello racconta un’evoluzione ancora più subdola della società del controllo di cui parlava Foucault. Infatti, il tema della non esistenza del libero arbitrio torna di continuo e le azioni della protagonista sembrano in qualche modo pilotate da forze esterne, come quelle delle sue bambole. Bonello racconta un mondo di condizionamenti continui e la citazione di Deleuze ripetuta spesso, “diffidate del sogno dell'altro, perché quando siete presi nel sogno dell'altro, siete finiti”, sembra richiamare proprio questo.

Il web è diventato la nostra realtà fatta dei contenuti più diversi condensati in un miscuglio unico in cui non riusciamo più a distinguere i nostri pensieri da quelli provenienti da fonti esterne. Il film sembra una costruzione di scatole cinesi dove non si capisce mai chi controlli chi, se ci sia davvero qualcuno che decide le azioni degli altri o se i personaggi abbiano la possibilità di fare delle scelte.

Tutto questo si riflette sull’inquietante sogno ricorrente della protagonista, in cui viene inseguita da strani personaggi mascherati all’interno di un bosco che ricorda i film di Lynch. Attraverso l’inconscio trovano sfogo tutte le sue paure legate all’assenza di certezze, alla solitudine e a quel pessimismo cosmico che, come una nebbia fitta, avviluppa ogni cosa, soprattutto per la questione climatica che nel film ha una certa importanza.

Coma è un condensato delle ansie che attanagliano il presente, racchiudendole in quella sorta di casa di bambola che è la stanzetta della protagonista. A differenza di Nocturama, primo film della trilogia, Bonello ha però deciso di lasciare la porta aperta alla speranza rassicurando sua figlia e suggerendo che forse “arriverà un’altra primavera”.