Anche quest'anno abbiamo chiesto ad alcuni giovanissimi aspiranti critici di affrontare i classici e scrivere intorno a film del passato, ospitati dentro al Cinema Ritrovato 2018. 

Dopo aver contribuito al rinnovamento del genere western, impregnandolo di una dinamicità ed una violenza che gli erano sconosciute, Sam Peckinpah approda nel 1972 al genere action nella sua forma più classica con il film Getaway!. Un’opera nella quale si possono ritrovare lo stile del regista americano e la sua inclinazione al ricreare scene movimentate, esplicite ed, in questo caso, a tratti confuse. La trama alla base del film è la più classica che si possa immaginare: dopo una rapina finita male un uomo e la propria moglie fuggono con la refurtiva, incontrando diversi ostacoli più o meno ostici che verranno superati senza eccessivi problemi dai due protagonisti. Ad una fabula non particolarmente elaborata va ad aggiungersi una caratterizzazione alquanto approssimativa dei personaggi che finiscono per risultare addirittura irritanti agli occhi dello spettatore.

Ciò che probabilmente infastidisce di più è che nonostante gli antieroi mostrati nella pellicola presentino comportamenti a tratti spregevoli, il regista non assuma mai un atteggiamento critico o punitivo nei loro confronti, ma anzi, con un colpo di coda finale e di dubbio gusto pare quasi puntare ad una sorta di redenzione in extremis. Questi, probabilmente, sono alcuni degli elementi che hanno contribuito all’accoglienza tiepida da parte della critica al momento della sua uscita nelle sale. Nonostante ciò, il film rappresenta ancora oggi motivo di interesse per la sua rappresentazione di un lato selvaggio e violento degli Stati Uniti. Una sequenza come quella in cui il personaggio di Doc McCoy interpretato da Steve McQueen entra in un negozio di armi ed acquista senza nessuna difficoltà un fucile a pompa e dei proiettili per poi utilizzarli sia contro il l’uomo che glieli ha venduti che nei confronti dei poliziotti al suo inseguimento, rappresenta il piccolo ritratto di un’America terribilmente attuale.


Inoltre Getaway! trova il suo primario punto di forza nel ritmo tramite il quale sono presentate le scene d’azione e scandito dalla lunga serie di sequenze esplosive che si susseguono lungo l’intera durata del film. Sequenze realizzate senza alcun ricorso immediatamente riconoscibile ad effetti speciali post prodotti, in un film partorito in quell’epoca in cui cinema commerciale ed autorialità viaggiavano a braccetto. Doverosa pare anche una piccola riflessione strettamente collegata alla proiezione avvenuta all’interno del festival de “Il Cinema Ritrovato”, in cui il film è stato mostrato su pellicola originale realizzata grazie al processo Dye-Transfer della Technicolor. Una proiezione di questo tipo, caratterizzata dalla vivacità dei colori e dalla rusticità della grana, ha permesso di apprezzare ulteriormente un’opera in cui le ambizioni di intrattenimento si fondono con un apprezzabile gusto per l’artigianalità.