C’è una costante richiesta di eccellenza nel lavoro artistico femminile. Gli uomini possono divertirsi con una cinepresa e magari realizzare e farsi distribuire un film mediocre, ma se sei donna devi farlo meglio di tutti, non puoi commettere errori e soprattutto non puoi cadere nella banalità. Tutto ciò che dici e soprattutto il modo in cui lo dici deve essere innovativo, sempre.
L’esordio alla regia di Margherita Vicario, presentato alla 74esima Berlinale, non propone una cinematografia rivoluzionaria e presenta – è vero – alcuni cliché narrativi ma, alla fine, il lungometraggio della cantautrice romana trasmette un senso di appagamento, sia visivo che uditivo, e nel raccontare il desiderio di evasione e affermazione delle cinque ragazze protagoniste evidenzia la voglia delle donne di poter sperimentare, giocare e scoprire senza essere obbligate a farlo nell’ombra. Nel 1800 come oggi.
Gloria! presenta la vita di cinque abitanti dell’Istituto Sant’Ignazio; Lucia, Bettina, Marietta e Prudenza studiano musica con il Maestro Perlina, mentre Teresa lavora nell’orfanotrofio come domestica. Le loro vicende si susseguono sulle note di archi e pianoforte facendo della musica la sesta protagonista del film. È la musica che crea e comanda i rapporti tra i vari personaggi, è la musica che assume un ruolo centrale nel direzionare la storia ed è la musica che permette la liberazione dei corpi e soprattutto delle menti.
Melodie che, seppur non storicamente accurate per un film in costume, donano al film quel senso di rottura degli schemi e legame con la contemporaneità che incalza il messaggio finale del film: chissà quante artiste, nello scorrere dei secoli, hanno creato combinazioni di suoni sensazionali che non hanno purtroppo trovato il modo di arrivare fino a noi; chissà quante musiciste ancora oggi non riescono a emergere in un’industria in cui la cantautrice donna è considerato un bug nel sistema o, ancora peggio, un orpello di cui vantarsi perché “l’Etichetta XY è inclusiva” – quando poi l’intero settore musicale non lo è.
La colonna sonora, realizzata dalla stessa Margherita Vicario in collaborazione con Davide Pavanello, è sicuramente l’elemento più caratteristico di Gloria!. Gli archi e la musica ecclesiastica si fondono con il pianoforte e l’elettronica, creando spazio per l’emergere di un cantautorato ante litteram: Veronica Lucchesi, voce de La Rappresentante di Lista, che interpreta la violoncellista Bettina, durante una scena del film scopre il potere e l’armonia della propria voce leggendo e cantando il testo di Questo corpo (LRDL), un inno di rivalsa e riscoperta dell’amore verso sé stessi.
Come già successo in vari film in costume – come Marie Antoinette di Sofia Coppola, regista a cui chiaramente Vicario si ispira – l’anacronismo musicale irrompe nella scena e dona respiro all’opera, rendendo la visione più che piacevole.