I raggi Z è un titolo molto evocativo che porta alla mente eventuali risvolti fantascientifici ed improbabili pensieri legati a b-movie o anime giapponesi e robot indistruttibili. Ma la storia è totalmente diversa da quanto potremmo aspettarci anche se comunque piuttosto sorprendente. Protagonista della vicenda è il macellaio Bruniquel, che pur nel successo lavorativo è frustrato dall’ingombrante presenza della moglie che non gli permette di fare nulla. Ecco però l’occasione perfetta per liberarsi finalmente di tutta la frustrazione accumulata negli anni. La Signora Bruniquel deve infatti partire perché la sorella ha dato alla luce un nipotino e proprio quella sera c’è un ballo in maschera. Seppur reticente Bruniquel partecipa, sulla spinta degli amici, alla festa e qui si libera di tutti i freni inibitori. Conoscerà e farà una corte sfrenata a Gigetta (Gigetta Morano) che poi, terminata la festa, cercherà disperatamente di ritrovarlo. Il finale è purtroppo mutilo e quindi ignoriamo cosa siano i raggi z del titolo (forse qualcosa collegato a una macchina fotografica che stava per essere messa in azione poco prima dell’interruzione?) e come si sarebbe risolta la situazione intricata tra i vari personaggi. Sappiamo però, da una sinossi d’epoca, che Gigetta avrebbe poi sposato uno dei dipendenti di Bruniquel liberandolo così dall’incubo di venir scoperto.
Il film è diviso sostanzialmente in due sezioni distinte legate dal tema dell’ossessione. Prima quella per la festa come sorta di sogno proibito a cui sia Bruniquel che Gigetta non possono, per motivi diversi, partecipare, poi quella per quanto successo alla festa. Bruniquel è un macellaio e il tema della festa sono le oche e la stessa Gigetta, con le amiche sarte, era vestita da questo animale. Ecco dunque che l’uomo, preso dai sensi di colpa per aver tradito la moglie, passa dal considerare questi volatili “i più gradevoli tra tutti gli animali”ad odiarli e colpirli letteralmente a colpi di pistola. Gigetta inizia, invece, la sua caccia forsennata verso l’uomo che crede di amare guidata solo da un indizio, un ciondolo che indica la sua appartenenza all’ordine dei macellai. L’atmosfera generale del film è quella di una commedia leggera e spensierata il cui punto focale, almeno per quello che ci è rimasto, è il ballo. Fortissima è infatti la rottura rispetto al resto del racconto ambientato principalmente all’interno del negozio di Bruniquel e in un paio di stanze di casa sua. Durante la festa tutte le regole perdono di senso e i personaggi arrivano ad avere atteggiamenti più espliciti e meno convenzionali. Le maschere permettono alle persone di perdere la loro identità e crearsene una nuova che li porta a dimenticare momentaneamente la noiosa vita normale sapendo che non potranno esserci conseguenze… o almeno così sembrerebbe!