Ieri, una delle prime apparizioni ne Il Voto di Mario Bonnard, in cui è una festante proletaria a Piedigrotta, oggi, intramontabile icona e diva che abbraccia un orizzonte mitico e insieme familiare, domani, memoria storica di un’irripetibile stagione di cinema italiano. Sophia Loren è Adelina, Anna e Mara in Ieri, oggi, domani di De Sica: tre donne che raccontano l’Italia disincantata e grottesca, femminista e con la vocazione per lo studio del costume sociale, alla maniera dei commediografi Age e Scarpelli.   

I tre episodi che compongono il film – Adelina, di Eduardo De Filippo, Anna, scritto da Cesare Zavattini e Billa Zanuso, dalla novella di Moravia Troppo ricca, e Mara, ancora di Zavattini – ambientati in tre diverse città, fanno rilucere, tra sarabande festanti e grotteschi siparietti tricolore, la seconda fase cinematografica della coppia Loren Mastroianni, non solo un “esempio di perfetto stile hollywoodiano”, ma una commedia popolare che sposa il realismo sentimentale al localismo regionale, mantenendo sempre desta l’attenzione sui canovacci tipici della commedia nostrana.  

Vittorio De Sica, che tanto aveva brillato come attore nei giocosi ruoli di inizio carriera, soprattutto nei film di Camerini, orchestra un lavoro programmatico che, dopo il boom del film a episodi, riporta in auge il modello produttivo e distributivo basato sul marchio consolidato Carlo Ponti-Sophia Loren, perfettamente ancorato alla presenza seducente, intima e sofisticata della diva, supportata da un versatile Mastroianni. Celebrazione del divismo popolare dell’attrice, “unità di tante irregolarità”, e del teatro di Eduardo de Filippo, Ieri, oggi, domani è una commedia popolare che tratteggia in modo dettagliato i mores del folclore italiano, ritagliandosi un posto di primo piano nella stagione della commedia dei primi anni Sessanta.

Dal carosello napoletano in cui annaspa la “sigarettara” Adelina, di gravidanza in gravidanza, all’episodio on the road lungo la Milano-Laghi, fino all’iconica storia di Mara, prostituta d’alto bordo in cerca di redenzione, il film crea una vivida rappresentazione della vita urbana del belpaese, passando dal colore acceso partenopeo al manierismo romano (a cui una mano hanno dato Giuseppe Rotunno con le sue cartoline capitoline e la straripante Sophia Loren che manda in estasi Mastroianni sulle note di Abat-Jour nella celebre scena dello striptease) e inserendo nel mezzo, per una sorta di bilanciamento emotivo, l’episodio più aspro e critico nei confronti dell’alta borghesia meneghina in cui Anna, rivolgendosi all’amante Renzo, gli dice: “Dentro di me c’è solo il vuoto”.

Tra leggerezza e inquadramento critico della realtà sociale, Ieri, oggi, domani fa esplodere a tutto campo l’immagine della donna arguta e voluttuosa, rendendola simbolo di attivismo politico e rivolta sociale. Memorabile rimane la determinazione di Adelina che si improvvisa attivista per difendere la condizione femminile, così come strenua appare l’ostinazione di Mara nel suo voler abbattere i pregiudizi sociali dopo l’approvazione della legge Merlin nel 1958. Senza più l’urgenza di dover rispondere a codificazioni stilistiche particolari, ma con la necessità di utilizzare dinamiche narrative consolidate, Vittorio de Sica orchestra una varietas abbagliante e tenacemente critica, tra l’otium ottuso dei benpensanti e il negotium vitalistico dei popolani che provano a cambiare il mondo dal basso, facendosi portatori di una sanità “de core” e di corpo.