Vincenzo Palermo
“The Fabelmans” Speciale II – Seeing is Believing
La poetica di Spielberg non è strettamente rinchiusa nell’ottica di una “cinematic society” o nella visione di un autore che cerca l’integrazione dell’individuo nella collettività (americana) della storia, ma è centrata sul punto di vista interno di un cinefilo che ripercorre le tappe della sua formazione senza alcun coup de théâtre, nel concepimento di un “lessico familiare” poeticamente denso e talvolta affilato, che affonda le sue radici in un solo grande movimento cinematografico, il suo, rischiarato dai volti in estasi, svelato dalle impetuose carrellate in cui si palesano il feticismo americano, l’idealizzazione sofferta dell’american way of life, la rappresentazione della famiglia disfunzionale e il cinema come cura e riabilitazione.
“That Kind of Summer” e la parola sessuale
Tra i lavori del prolifico autore canadese Denis Côté, That Kind of Summer risalta per la capacità icastica di rappresentare il femminile all’interno di una sessualità compulsiva, tema che nell’ambiente cinefilo franco-canadese è per molti versi ancora irrappresentabile. Con la forza dirompente di una parola che descrive con precisione fantasie sregolate e sensi di colpa rimossi, il regista filma l’impeto drammatico che irrompe come un fiume in piena di didascalie minuziose e acrobazie erotiche, ribadendo che esiste una giusta distanza tra la rappresentazione realistica, ma non voyeuristica, del desiderio femminile e il tabù che si nasconde dietro la compulsione.