Uno degli ospiti di punta della trentasettesima edizione del Cinema Ritrovato è stato Ruben Östlund, due volte Palma d’Oro a Cannes, presidente di giuria sulla Croisette e tre volte nominato agli Oscar per The Square (2017) e Triangle of Sadness (2022). Nelle prossime settimane, Östlund seguirà un gruppo di giovani filmmaker provenienti da tutto il mondo per guidarli nella realizzazione di cortometraggi girati a Bologna.
L’appuntamento col pubblico, della durata di un’ora, è stato un percorso di rielaborazione delle prime esperienze con il cinema e del rapporto che il regista ha con la sociologia, scienza molto spesso ricorrente nei suoi film e passione trasmessagli dalla figura materna. Dagli esordi sui campi da sci in qualità di regista di video sportivi che gli hanno permesso l’ammissione alla scuola di cinema di Göteborg (anti-bergmaniana per eccellenza, in contrapposizione alla Stockholm Film School) fino alla fascinazione-inquietudine provata durante le proiezioni dei suoi film ai festival di cinema: in maniera particolare ha voluto ricordare, con una punta di divertimento, uno spettatore impegnato nel voler indovinare tutti i tagli che Östlund avrebbe dovuto fare, dichiarandoli ad alta voce con dei sonori “cut!”, fallendo miseramente (è sociologia anche questa, d’altronde).
Dal divieto di utilizzo di smartphone sul set alla brama di perfezione nello ripetere più e più take della stessa inquadratura per tre giorni consecutivi (“Confesso di aver superato i cento take per Play”), dalla volontà di portare gli attori a dare il massimo all’ultimo ciak (che non è mai quello buono) alla prima e ultima esperienza a Hollywood (dichiara qui di voler continuare a tempo indeterminato esclusivamente in Europa) con Triangle of Sadness, in cui ha accostato sociologia e sistema della moda grazie alla professione della moglie fotografa.
Östlund ha infine parlato del suo prossimo progetto intitolato The Entertainment System is Down, il suo ottavo lungometraggio: un gruppo di persone sta compiendo in viaggio su un volo di linea a lunga percorrenza, finché ogni tipo di device di intrattenimento non va improvvisamente in tilt. A tal proposito ha poi rivelato l’intenzione di voler girare e inserire un’inquadratura in long take, senza tagli e senza stacchi, della durata di dieci minuti, in cui un bambino deve aspettare dieci minuti prima che la madre gli permetta di poter utilizzare l’i-Pad.
L’influenza è, ancora una volta, la psicologia sociale: undici studi condotti su un numero di partecipanti costretti a stare seduti su una sedia per un tempo compreso tra i sei e i quindici minuti senza fare assolutamente. Un’esperienza sofferta e una vera tortura per molti, tanto che un certo numero di soggetti avrebbero preferito subire delle scosse elettriche pur di essere lasciati soli con i propri pensieri.
Inquietante e allo stesso tempo eccitante, The Entertainment System is Down sarà l’ulteriore esperienza sociologica e spettatoriale che Östlund vorrà sottoporci.