È un incipit spiazzante quello che annuncia allo spettatore di un crime che si andrà a narrare di un omicidio irrisolto. Come irrisolto, si precisa ulteriormente, rimane quasi il 20% degli oltre 800 omicidi che avvengono in Francia ogni anno. È un incipit desideroso di frustrare in nuce le attese dello spettatore, il suo godimento anticipato nel sapere alfine riparato un ordine violato. Ma qual è davvero l'ordine, la norma delle cose nella realtà?

Presentato fuori concorso a Cannes (dove non avrebbe affatto sfigurato in gara) e tratto da uno dei tanti racconti di 18.3 - Une année à la PJ di Pauline Guéna, scritto dopo un anno passato a stretto contatto con la polizia di Versailles, La notte del 12 di Dominik Moll è un polar franco-belga ben fuori dalle consuetudini. La ventunenne Clara muore, dopo che qualcuno le ha dato fuoco mentre tornava a casa a piedi una notte, nel suo tranquillo paesino fuori Grenoble. L'appena nominato capitano Yohan inizia a indagare, in compagnia del collega Marceau, molto provato dal recente tradimento e abbandono da parte della moglie.

Nella sequela di interrogatori coi giovani uomini che avevano avuto a che fare con Clara, Yohan si accorge di quanto non si faccia nessuna fatica a immaginare un possibile colpevole, e di come piuttosto ognuno di loro potrebbe in effetti esserlo: da quello che forse era il fidanzato tradito ma nelle parole di quest'ultimo non si sentiva affatto legato a lei, all'amante impegnato con un'altra, a quello che millantava di averci fatto sesso ma che secondo la migliore amica di lei non ne aveva alcuna possibilità. Mano a mano che le indagini proseguono, Yohan si trova a rintuzzare i colleghi che sottolineano come “lei non fosse una santa” e ad accorgersi che c'è “qualcosa che non va nei rapporti fra uomini e donne”.

È una consapevolezza crescente, malinconica e sorda, la stessa che pian piano avvolge anche lo spettatore. Abituato e forgiato dalla serialità alla CSI: Scena del crimine, col suo orgoglio positivista nella risoluzione del caso come un problema logico, un rompicapo de “La Settimana Enigmistica”, viene costretto da La notte del 12 a confrontarsi con il fattore umano. Clara, per quanto bionda e bella come lei, non è una Laura Palmer al centro di una provincia dai mille segreti. Qui ci sono più che altro segreti di Pulcinella e vengono quasi subito confessati, mentre le dinamiche umane, che Moll svela con asciuttezza e una verosimiglianza psicologica mai sopra le righe (un plauso anche al co-sceneggiatore Gilles Marchand), sono tremendamente comuni e sotto gli occhi di tutti nel quotidiano.

Sono gli uomini a compiere la maggior parte dei crimini violenti, e sono sempre uomini quelli che generalmente danno loro la caccia, fa notare a Yohan una collega, mosca bianca in un gruppo di lavoro di soli maschi. C'è un'aggressività maschile che, anche quando non si sfoga contro una donna – vedi il caso del collega Marceau – rischia di esondare in altri argini. Yohan è stanco di girare in tondo.