La nuova identità che Madonna assume nella promozione del suo quattordicesimo album, Madame X, invita al dialogo con un’altra icona americana del passato, Lana Turner, che ha interpretato quello stesso ruolo nel film omonimo di David Lowell Rich del 1966. Utilizzando le parole con cui la cantante descrive il suo alter ego, la Madame X di Lana Turner è “una madre”, Holly Parker, donna umile (proprio come Turner), sposa di un marito ricco, Clayton Anderson (John Forsythe), che la trascura per la carriera politica, spingendola tra le braccia del playboy Phil Benton (Ricardo Montalbán). Coinvolta nella morte accidentale di quest’ultimo, è costretta, sotto ricatto della suocera Estelle (Constance Bennett), a “cambiare identità” e “viaggiare per il mondo”. “Combatte per la libertà”, ma rimane sempre “una prigioniera” che il suo ultimo uomo, Dan Sullivan (Burgess Meredith), avendone scoperto la vera identità, vorrebbe utilizzare proprio come “una spia nella casa dell’amore” per ricattare gli Anderson. Holly uccide Sullivan ma si rifiuta di rivelare le sue generalità, firmando la confessione, scritta a macchina come la descrizione di Madonna nei teaser dell’album, semplicemente come Madame X. Ad assisterla nel processo, che riceve una vasta attenzione mediatica, come quello a cui si dovettero sottoporre Lana Turner e la figlia Cheryl in seguito alla morte del playboy mafioso Johnny Stompanato, amante dell’attrice, è proprio il figlio (Keir Dullea) che è stata costretta ad abbandonare.

Come le narrazioni nei diversi canali social utilizzate per la promozione dell’album, anche il film di Rich induce lo spettatore a identificare Madame X con la sua diva, Lana Turner, e ad adottare il suo punto di vista. I titoli di testa, come pure il trailer, invitano a questa identificazione tra il vissuto privato della star e gli avvenimenti cinematografici: “Lana Turner AS Madame X”, “This is Madame X”. La sequenza iniziale con l’apertura del cancello della proprietà privata degli Anderson sollecita il pubblico a varcare la soglia dell’intimità domestica, a superare la barriera che separa sfera pubblica e sfera privata e ad identificarsi fin dall’inizio con il punto di vista di Holly Parker/Lana Turner: vediamo il cancello che si apre in soggettiva, attraverso i suoi occhi e nella sua stessa posizione; come lei, entriamo per la prima volta nella proprietà degli Anderson.

Madame X è l’ultima significativa interpretazione cinematografica della star e rappresenta il culmine della costruzione della sua immagine divistica che, come ha scritto Richard Dyer, è caratterizzata dalla forte contaminazione tra una vita privata costantemente pubblicizzata e narrata dalla stampa scandalistica, particolarmente dopo l’omicidio Stompanato, e gli stessi eventi di cui la Turner è protagonista davanti alla macchina da presa. La passione travolgente per Stompanato che porta la diva a trasgredire i confini sociali e sessuali della rispettabilità è ricordata attraverso la relazione tra Holly e il playboy Phil Benton. L’omicidio di Stompanato, la cui responsabilità cadrà, tra mille dubbi, sulla figlia Cheryl, è trasposto cinematograficamente con la morte accidentale di Benton e con il vero e proprio assassinio dello squallido e senza scrupoli Dan Sullivan. Il difficile rapporto con la figlia Cheryl che, dopo il processo Stompanato, la Turner è costretta a lasciare in custodia alla propria madre, è tematizzato dal forzato abbandono di Holly del figlio Clayton Jr e dal processo per l’omicidio di Sullivan.

Madame X è un nome che evoca, fin dal dipinto omonimo di Sargent esposto con scandalo al Salon di Parigi del 1884, il voler rompere le regole e le convenzioni sociali. “Non appena qualcuno mi parla di una regola, la devo trasgredire”, sostiene Madonna nei panni di Madame X in un secondo teaser dell’album. “Hai solo antenati maschi?”, chiede provocatoriamente Holly a Clayton, guardando i ritratti di famiglia, prima di salire la maestosa scala (sociale) della magione degli Anderson. Da Lana Turner a Madonna, Madame X continua ad esortarci a non piegarci alle convenzioni sociali.