Ascrivibile nel filone del film a episodi Questa è la vita nel 1954 chiamava a raccolta, per iniziativa del produttore Felice Zappulla specializzato nel campo, alcuni tra i registi più in voga dell’epoca (Pàstina, Zampa, Soldati) per questo genere di operazioni di cinematografia ispirata ai grandi classici della letteratura, quasi una letteratura “pret a porter”. 

Quattro episodi tratti da quattro novelle pirandelliane La giara, Il ventaglino, La patente e Marsina stretta. Il quarto ed ultimo episodio (il più lungo anche) fu affidato a Fabrizi che ne curò soggetto, sceneggiatura, interpretazione e regia realizzando forse la sua migliore prova da regista.

La novella narra di un corpulento professor Gori che, invitato come testimone alle nozze di una sua ex allieva, si fa prestare una marsina che però gli è irrimediabilmente stretta. Una volta giunto a casa della sposa il professore scopre che la madre della sposa è morta per la gioia di vederla in abito bianco quella stessa mattina. E i parenti dello sposo vorrebbero approfittare di questa lugubre coincidenza per rinviare lo sponsale. Ma il professor Gori, aizzato dalla irritazione di vestire panni non comodi e non suoi, riesce a dar prova di grande determinazione e capovolge la situazione, incitando gli sposini a recarsi all’altare nonostante il lutto e producendo il lieto fine sperato.

La critica dell’epoca accolse poco benevolmente questo esperimento di film a episodi, G.C. Castello su Cinema (15/02/1954) scrisse: “Stavolta un produttore desideroso di mantenersi à la page col gusto vigente dei film a episodi ha preso quattro delle Novelle per un anno di Pirandello, di intonazione, gusto, valore assai dissimili tra loro e le ha affidate a quattro registi, perché ne spremessero una sorta di messaggio tutto sommato confortante. Pur serbando un ossequio esteriore, quasi letterale per i testi pirandelliani ... per timore che il messaggio non risultasse chiaro lo si è fatto enunciare in apertura da uno speaker con il volto e la voce di Emilio Cigoli, che inoltre ha auto il compito di attribuire al modesto film nebulosi propositi di polemica antineorealistica. Marsina stretta è la più ampia e la meno felice delle quattro novelle, in quanto intrisa di macchiettismo e di patetismo...nel complesso una collana abbastanza gratuita di mediocri bozzetti”.

Al contrario riguardando oggi Marsina stretta siamo certi di poter dire che non era macchiettismo quella capacità intrinseca di Fabrizi di farci ridere con l’esposizione del suo corpo massiccio costretto in movenze delicate, ma comico senso del contrario (e pirandelliano), così come non era patetismo, ma senso del drammatico, l’abilità spiccata a indurre il pubblico in commozione suscitando in esso empatici moti sentimentali. Siamo più d’accordo con D.O. che sulla Gazzetta del popolo scriveva (13/02/1954): “Con Marsina Stretta entriamo nella vicenda più densa e più pregnante della raccolta. Qui Aldo Fabrizi fa tutto o quasi Aldo Fabrizi interpreta la figura del professore con forte rilievo e grande umanità. E il racconto raggiunge per merito suo, lo sbalzo e l’umore propri dell’arte di Pirandello”.

Infine l’episodio ha il grande pregio di usare per figure di contorno alcuni tra gli attori più grandi dell’epoca segnalando una pedissequa attenzione anche per l’arte del casting. Così Fabrizi recita la sua parte al fianco di attori del calibro di Carlo Romano, Luigi Pavese, Zoe Incrocci e per il ruolo degli sposini (in un momento storico in cui erano “effettivamente” gli sposini d’Italia su tutti i rotocalchi rosa nazionali) i bellissimi Walter Chiari e Lucia Bosè. Walter e Lucia si sarebbero lasciati solo un anno dopo, dopo una storia durata dal 1951 al 1955, con ben cinque matrimoni celebrati nella finzione e uno, il loro, organizzato e poi sfumato nella realtà, benché attesissimo e celebrato “in anticipo” su tutti i media. Nel film si vede Walter rubare un bacio al suo grande amore vestita da sposina e portarla in braccio giù per le scale e fino all’altare con una naturalezza forzuta che incanta così come la sua recitazione impeccabile ancorché poco libera di improvvisare. Probabilmente anche questo fu un merito del regista.