È il 1921 e il cinema comico mondiale pullula di nomi, cognomi e soprannomi conosciutissimi: Chaplin, Keaton, Arbuckle, Laurel & Hardy, André Deed, Polidor, Robinet, Gigetta Morano, Larry Simon. In Europa, si ride molto, in Francia ancora di più grazie a Georges Biscot.
Georges Biscot, nato Gaston Georges Bouzac (Parigi, 1886 - Parigi, 1944), si forma come cantante nei caffè-concerto e come artista e proiezionista nei music-hall. Nella prima metà degli anni Dieci è amico e collega di Musidora con cui cavalca i palchi dei teatri; passa poi al cinema nel 1916 debuttando in Dranem amoureux de Cléopatre di Roger Lion. Riesce a oltrepassare gli ostacoli del cinema sonoro interpretando qualche ruolo insieme a Léo Joannon, René Pujol e Louis Jouvet fino al sopraggiungere della morte.
Nella parentesi muta tra il 1916 e il 1927 incontra Louis Feuillade (forse grazie a Musidora) con cui collabora in feuilleton come Vendémiaire (1918), Tih Minh (1918), il poliziesco Barrabas (1920) e Les Deux Gamines (1921). Il biennio 1921-1922 lo vede protagonista di ben sei ciné-vaudevilles tutti diretti da Feuillade, film che sono parte delle ultime fatiche del regista “re dei serial” prima della morte nel 1925. Lontano dai serial polizieschi del decennio precedente, Feuillade dirige, appunto, sei commedie brevi sulla scia del vaudeville, riassunti nel titolo Belle Humeur - nell’ordine: Saturnin ou le Bon Allumeur(1921), Séraphin ou les Jambes Nues (1921), Zidore ou les Métamorphoses(1921),Lahire ou le Valet de Cœur(1922),Gaëtan ou le Commis Audacieux(1922), Marjolin ou la Fille Manquée(1922).
Prodotto da Gaumont e lungo 34 minuti, Séraphin ou les Jambes Nues è il più rocambolesco, pazzo ed esagitato “episodio” della serie che mette buon umore. Biscot/Séraphin è l’impeccabile e compìto direttore di una compagnia di assicurazioni che, poco prima di iniziare una giornata di lavoro qualunque e dopo aver congedato la consorte (Lise Jaux) un po’dura d’orecchi, si ritrova accidentalmente senza pantaloni. Pur di riottenere il prezioso e necessario capo d’abbigliamento, Séraphin si imbatte in continui giochi di equivoci, scambi di persona e gag slapstick del tutto conformi a un certo tipo di cinema comico più commerciale (non a caso Biscot viene scoperto anni prima da Jacques Feyder mentre esegue sul palco una perfetta imitazione di Chaplin), senza però tralasciare quell’aspetto "teatrale", da vaudeville, che ben si bilancia tra il malizioso e il leggero.
Séraphin ou les Jambes Nues è l’occasione per riscoprire il talento di Georges Biscot nel cinema comico francese, poco citato, poco riconosciuto e parecchio dimenticato che nel 1921 faceva la storia della comicità mondiale.