“La pellicola [Stella Dallas] realizzata per lui [Samuel Goldwyn] da Henry King, è stata definita nell’ambito di numerose anteprime come la più straordinaria produzione dell’intera stagione. Goldwyn, circa una settimana fa, si è detto entusiasta del successo della pellicola, tanto che ha concesso ulteriori proiezioni private a luminari del mondo dell’industria cinematografica, tutti concordi sul fatto che sia la cosa migliore mai vista prima”.

Così Variety definisce Stella Dallas il 21 ottobre del 1925, lodando Samuel Goldwyn, alle prese con le prime produzioni indipendenti in seguito al ritiro dalla società Goldwyn Pictures Corporation ed Henry King, uno dei più acuti e raffinati registi di quegli anni.

Tratto dall’omonimo bestseller del 1923 di Olive Higgins Prouty e adattato da Frances Marion (sceneggiatrice di pellicole con Mary Pickford protagonista come La trovatella, Una povera bimba molto ricca e Pollyanna) il film segue la parabola discendente di Stella Dallas (Belle Bennett), una donna di bassa estrazione sociale che, in seguito alla morte del padre, sposa in fretta e furia il ricco Stephen (Ronald Colman).

I due sono evidentemente troppo diversi, ma hanno una figlia, Laurel (Lois Moran), che Stella vuole proteggere a tutti i costi, soprattutto in seguito all’inevitabile separazione da Stephen: giorno dopo giorno Stella comprende che una donna sola, separata e di ceto basso non può garantire una vita appagante e soddisfacente alla giovane figlia. L’ultima e tragica scelta comporta il distacco definitivo dalla figlia, con la consapevolezza e la convinzione che con il supporto del padre e di una famiglia benestante il futuro di Laurel non può che essere positivo.

Un “melodramma materno”, come viene definito dai più, nella realtà dei fatti Belle Bennett perde il figlio di sedici anni William Howard Macy durante la lavorazione del film. Avendo mentito sulla propria età anagrafica (trentaquattro anni invece di ventiquattro) e sulla vera identità del figlio (fatto passare per fratello), Bennett si rifugia nell’amicizia coi protagonisti più giovani del set, gli interpreti sedicenni Lois Moran e Douglas Fairbanks Jr.

Un episodio che ha certamente contribuito a rendere efficace la riuscita della costruzione del rapporto tra una madre e una figlia, come dimostrato nell’ultima struggente scena, dove Stella assiste da lontano al matrimonio di Laurel, aggrappandosi con le ultime forze rimaste alla ringhiera del cancello di una villa. Per Stella, attaccarsi a delle sbarre di ferro è l’estremo tentativo di sfiorare una vita impossibile, potendola solamente osservare senza farsi scoprire.

Colpita da una pioggia incessante, Stella capisce, dando un ultimo sguardo, che la felicità tanto desiderata da Laurel è finalmente compiuta, pur senza di lei. La pioggia non accenna a cessare, ma Stella è serena: volge le spalle a ciò che non le appartiene ed esce di scena per l’ultima volta, sorridendo.