L’epifania sonora che permise il sodalizio tra Dario Argento e i Goblin, partì proprio dal brano The Swan Is a Murder Pt. I che, secondo la leggenda, sconvolse Daria Nicolodi al punto da suggerire al marito di usare la loro musica come accompagnamento “narrativizzato” alle sue scene-assolo ad alto tasso emoglobinico. Dioscuri del cinema del maestro, ponte sonoro tra la terra e le potenze infere del sotto-mondo, i Goblin di Claudio Simonetti hanno saputo orchestrare, in particolar modo con la colonna sonora di Suspiria, partiture che si associano sempre di più al cinema dello shock, rievocanti atmosfere sabbatiche in sospensione tra urla soffocate, sinistri rumori di fondo e nenie ispirate al Medioevo e al folclore mitteleuropeo. Ma lo sperimentalismo combinatorio della band, felice connubio tra influenze seventies ed eighties lascia spazio, già nella seconda traccia Witch, ad elementi etno-dark che si fondono in un impasto sonoro aperto a contaminazioni prog e ambient. Chiude il disco Death Waltz, a suggerire l’idea di una galleria di orrori esoterici pronti ad esplodere attraverso gli echi amplificati della band romana.

Le composizioni dei Goblin si fondono così al piacere libidinoso della pulsione omicida, sottolineata dai cromatismi accesi e dai colori saturi che riempiono lo schermo di morte pittoresca, mentre le ambientazioni favolistiche inabissate in una dimora oscura a misura di bambino, contribuiscono al trascolorare dell’horror tradizionale nella favola nera. Il caleidoscopio dei corpi straziati, delle sinfonie tonanti e delle forsennate possessioni, fanno di Suspiria il più importante atto di liberazione cinematografico del decennio giallo-horror tricolore anni Settanta e non solo, riportato sul grande schermo da Videa il 30 gennaio a distanza di quarant’anni dalla sua uscita al cinema, in una pregevole versione restaurata in 4K.

Con il primo, feroce affondo grandguignolesco nel regno delle Tre Madri, Argento inaugura un nuovo corso nella sua filmografia, nella cui zona d’influenza alligneranno altre opere “aliene” come Phenomena o Tenebre, oltre che naturalmente Inferno e La terza madre. Di Suspiria, viaggio iniziatico della ballerina Susy Bennet (Jessica Harper) nella scuola di danza di Friburgo abitata dalla strega Elena Marcus, si è detto e scritto di tutto, così come dell’enorme contributo sonoro dato dai Goblin, capaci di creare un vero e proprio contrappunto emotivo e sensoriale alle immagini abbacinanti della favola horror. Il fenomeno, oggi, è più che mai vivo e vegeto, pronto ad impossessarsi del corpo e della mente di nuove generazioni di spettatori, perché il cinema di Argento, altro non è se non un contagio virale ed endemico.