1924: sei mesi dopo l’uscita di quello che è tuttora il suo film più famoso, La palla n. 13 (o Sherlock Jr.), Buster Keaton produce, dirige e interpreta The Navigator, insieme a Donald Crisp. 2015: parte il Progetto Keaton ad opera della Cineteca di Bologna, ovvero il restauro dell’intera filmografia dell’autore. 30 giugno 2018: la proiezione bolognese di The Navigator, con tanto di accompagnamento musicale dal vivo, è un successo di pubblico. 94 anni dopo la sua uscita, la gente continua a convergere verso le sale che lo proiettano e a divertirsi, nonostante la comicità si sia evoluta in altre direzioni per tutto questo tempo. Aggiungo, come testimone oculare di quanto scrivo, che in sala erano presenti dei bambini e degli anziani che ridevano allo stesso momento, tanto che era difficile distinguerli. Può sembrare una stupidaggine ma non lo è affatto.
La risata è spesso un fatto generazionale. Quando ero più piccolo, i programmi che facevano ridere i miei genitori mi parevano ridicoli, e probabilmente valeva anche il contrario. Perché allora Keaton è tuttora così divertente? Perché la sua comicità vive fuori dal tempo, non si basa ad esempio su usi e costumi circoscrivibili a un’epoca, ma nasce dalla sorpresa. Keaton aveva capito che un atto prelogico come la risata necessita, per essere rievocata, di meccanismi prelogici. Forse è la fantasia la vera chiave di lettura del suo cinema, che permette al Keaton personaggio di reinventare il mondo attraverso l’utilizzo paradossale degli oggetti che lo circondano. Gli elementi che compongono le sue gag non sono moltissimi in fin dei conti (la scimmia presente in The Navigator tornerà in The Cameraman, come la sequenza del cannone giocattolo anticipa il vero cannone di The General), ma la rielaborazione costante del suo repertorio ne amplifica a dismisura le possibilità creative, trasformando il conosciuto nel fantastico. Un atto di fantasia, appunto, davanti al quale la logica non ha più valore, non si riesce a ipotizzare come si risolverà una situazione proposta da Keaton, solo lasciarsi trascinare e sorprendere da essa.
Paradossalmente la comicità di Keaton è più “attuale” al giorno d’oggi di quanto non lo fosse ai suoi tempi. Il suo personaggio è infatti fortemente caratterizzato, più ancora che dall’inespressività forzata, dal rapporto conflittuale con la tecnica. Qualsiasi apparecchio, arma, articolo casalingo o oggetto comune sembra rifiutare i suoi ordini, prendersi gioco di lui, come se il mondo appartenesse alle macchine e l’uomo non potesse più tenergli testa. Forse dovremmo ridere di meno e pensare di più, o forse sarebbe una buona cosa non cercare di analizzare ogni dettaglio e goderci un po’ di divertimento, certo è che The Navigator faceva ridere novant’anni fa, fa ridere oggi, e probabilmente farà ridere anche quando ad avere 90 anni sarò io.