Era il 2014 quando, negli Stati Uniti, veniva pubblicato il primo episodio di Serial. Si tratta di un podcast investigativo dall’enorme successo, che ha alimentato fortemente la passione del pubblico per il mondo del podcast true crime. In generale, però, l’ossessione dello spettatore per storie tanto macabre quanto reali, si è sviluppata addirittura con la stessa nascita dei primi media di massa, che trasformavano il sensazionalismo in un potente gancio d’attenzione.
Oggi giornali e programmi televisivi vengono spesso criticati per l’adozione di una “retorica pornografica” del dolore, qui intesa come la pubblicazione di contenuti che sfruttano traumi altrui per generare scalpore o attenzione; è proprio lungo il confine di demarcazione tra le narrazioni lecite e non che si dirama la trama di The Protagonists, lungometraggio d’esordio di Luca Guadagnino.
Una troupe cinematografica italiana si reca a Londra per produrre un documentario su un caso di omicidio avvenuto nel 1994: due studenti, Richard Elsey e Jamie Petrolini, accoltellarono il quarantaquattrenne Mohamed El-Sayed, unicamente per provare l’ebrezza di uccidere qualcuno.
Il docufilm si concentra sulla ricostruzione dell’omicidio, facendo domande ai poliziotti del tempo e alla moglie della vittima e cercando di comprendere le dinamiche dell’avvenimento. Allo stesso tempo The Protagonists si sviluppa come un metafilm in cui al pubblico è concesso di osservare la vita della troupe e come questi addetti ai lavori si rapportano al caso.
Tilda Swinton, voce narrante e “investigatrice”, ovviamente non appartiene al settore giornalistico. Nessuno dei membri della troupe, di fatto, ha competenze riguardanti la cronaca nera. Questo aspetto emerge come una forte criticità del film: il racconto che viene fatto di un crimine così efferato assume i contorni di quel voyerismo e sensazionalismo tipici della pornografia del dolore.
Lo spettatore, perso nei manierismi e giochi creativi di un regista all’epoca ancora acerbo, a tratti si dimentica quasi che il fatto narrato sia realmente accaduto. Ovviamente questo è anche sintomo del fatto che The Protagonist è un film d’esordio, dopo il quale Guadagnino ha saputo crearsi una carriera ricca di successi e ottimi riscontri da parte della critica.
Nonostante l’attenzione morbose riservata alla pura azione omicida, è giusto riconoscere positivamente a questo film il fatto di aver dato modo e spazio alla vedova di El-Sayed di parlare del proprio amato e ricollegare la vicenda a una persona che ha lasciato una traccia permanente nel cuore dei propri cari. Troppo spesso, infatti, i casi di cronaca nera ottengono tantissima attenzione dai media per essere poi dimenticati dopo pochissimo tempo, quando la notizia non suscita più scalpore oppure un altro delitto occupa la scena.
The Protagonists, rivisto oggi, ha il merito di aprire un dibattito sulla legittimità di queste narrazioni e considerare il racconto del crimine in relazione con l’exploit di profili social e podcast legati al mondo del true crime.