Il prolifico – poco meno di cinquanta film realizzati in 19 anni, dal 1944 al 1963 – Yuzo Kawashima è poco conosciuto al di fuori della madre patria. Si può pensare che il motivo possa essere la convivenza temporale con autori del calibro di Ozu, Kurosawa e Mizoguchi, inevitabilmente dominanti nella memoria storica. Che una sua riscoperta anche al di fuori dei confini del paese del Sol Levante sia però opportuna e interessante lo si percepisce già guardando il film inaugurale della sezione "Yuzo Kawashima – L'anello mancante", Tonkatsu Taisho (1952) (Our Chief, Our Doctor è il titolo inglese), un melodramma sociale dalla buccia distaccata e romantica e dalla polpa dolorosa e problematica ambientato nelle contraddizioni, nelle differenze e nelle rivendicazioni del Giappone del secondo dopoguerra. 

Il dottore e comandante del titolo inglese ( la traduzione italiana letterale di Tonkatsu Taisho è invece "principe della cotoletta", in riferimento al "tonkatsu", carne di maiale impanata e piatto preferito del protagonista e apparizione ricorrente nel film ) è un medico che vive e lavora in un vicolo costeggiato da piccole case popolari e abitato da persone non particolarmente abbienti, di cui è in qualche modo il leader e il punto di riferimento. Una sorta di piccolo quartiere su cui si affaccia un ospedale di proprietà di una dottoressa di buonissima e benestante famiglia. La donna ha l'obiettivo di ingrandire il suo ospedale, e per farlo deve però radere al suolo le case del vicolo sottostante. Intorno a questo progetto nascono e crescono i contrasti – privati e sociali -, gli incroci sentimentali e le attrazioni che danno a questo potenziale dramma i colori e le sfumature del melodramma. 

Non mancano figure e situazioni canoniche del genere; la vecchia fiamma mai davvero spenta, l'uomo incattivito dai fallimenti, il criminale redento, il protagonista desiderato e conteso, le incursioni del noir e l'amore a lungo mascherato da antipatia reciproca. Non manca però soprattutto la rappresentazione di un paese lacerato e ancora vittima di enormi scompensi economici e sociali, evidenti fin dal contrasto visivo tra l'ospedale e il vicolo con le sue case e che già riecheggiano nella primissima sequenza, quando un banale e innocuo piccolo incidente mostra le consapevolezze radicate di queste lacerazioni, i pregiudizi e le antipatie apparentemente insanabili.

Lo stesso ruolo di capopolo del dottore ghiotto di "tonkatsu" viene messo momentaneamente in discussione nel momento in cui viene scoperto che il padre è il potente ministro del commercio, e sorge quindi il dubbio che la sua partecipazione al mondo popolare, le sue azioni e il suo impegno siano una maniera di fare campagna elettorale e portare voti al genitore. Ovvio è poi pensare che in relazione a questa forbice di classe e di censo agiscano anche i giochi di attrazioni e allontamenti e maturi quel sentimento mascherato da antipatia. Potremmo anzi in qualche modo dire che la rappresentazione delle differenze sia "a monte" del melodramma e delle vicende più puramente sentimentali, tanto le intimità si mischiano al senso di appartenenza e di diversità, per così dire, "materiale"

Raccontando le vicende di un eroe senza macchia e senza paura disposto anche alla rinuncia e al sacrificio, o a mettere le convinzioni e l'appartenza davanti al sentimento, con Tonkatsu Taisho Kawashima mantiene un assoluto equilibrio sia tra i vari toni del film, sia tra i rapporti tra i personaggi, e realizza un ritratto preciso di una situazione sociale ed economica fragile; che non esplode mai, mascherata dal melodramma, ma che continuamente riecheggia in tutta chiarezza.