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La complessità di “Nessuno sfuggirà”

Nessuno sfuggirà, pellicola di De Toth, è un’opera veramente singolare, in quanto racconta il secondo conflitto mondiale, ma lo fa quando esso è ancora in corso, nel 1944. Questo film, di esplicita propaganda antinazista, è ambientato a Varsavia, ma prefigura il processo di Norimberga (1945). Fin dal titolo è possibile percepire il tono di denuncia nei confronti delle atrocità disumane, e la rabbia suscitata dagli orrori dell’invasione della Polonia del 1939, Nessuno sfuggirà: ogni criminale di guerra nazista risponderà delle proprie azioni.

“None Shall Escape” al Cinema Ritrovato 2018

Quasi per eccesso di coerenza De Toth osa tendere un filo invisibile fra il proprio ruolo didattico e la figura del nazista Wilhelm Grimm (cognome che sa immediatamente di racconto inventato), maestro elementare ferito nel corpo e nell’orgoglio dalla prima guerra mondiale e trasformatosi in catechista di un’ideologia menzognera. Zoppo e intellettuale come Goebbels, ma in Polonia nel primo dopoguerra demonizzato in quanto tedesco come Süss l’ebreo. Un mondo distrutto alle spalle, uno da distruggere davanti a sé. Al riparo dietro la cattiveria inappellabile del suo personaggio, il regista racconta ogni sua malefatta come insieme superata e all’orizzonte. Quando Grimm urla la sua fede cieca nel ritorno del Nazismo, è difficile prenderlo come lo sfogo di un pazzo. La condanna del Nazismo in None Shall Escape è indubitabile. Ma non la fiducia nel futuro.