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“Che fine ha fatto Baby Jane?” e la faida più famosa di Hollywood

1961: mentre fallisce l’invasione della baia dei Porci, e Viridiana di Buñuel vince la Palma d’oro ex aequo con L’inverno ti farà tornare di Colpi, è un altro argomento a polarizzare l’attenzione dei giornali di gossip americani: la prima – e destinata a rimanere unica –  collaborazione tra Joan Crawford e Bette Davis, note rivali ritrovatesi a condividere il set di Che fine ha fatto Baby Jane?. Le due attrici, raccontate dai giornali scandalistici come acerrime nemiche, rappresentavano i due antipodi dell’attrice hollywoodiana: la Crawford diva glamour dall’affascinante bellezza da femme fatale, la Davis una performer magnetica dal background teatrale.

10 motivi per apprezzare “Che fine ha fatto Baby Jane?”

Nel 1959 approda nelle librerie francesi Hollywood Babylon, saggio del regista e sceneggiatore Kenneth Anger. Attraverso le sue pagine, il pubblico può gettare un occhio sulla depravazione che si respirava nella Hollywood classica, affacciandosi su una quotidianità di adulteri, lusso sfrenato e fiumi di alcol. Pochi anni dopo, nel 1962, Aldrich gira Che fine ha fatto Baby Jane?, e dona all’opera di Anger un gemello cinematografico.

“Che fine ha fatto Baby Jane?” di Robert Aldrich al Cinema Ritrovato 2018

Nei primi anni Sessanta gli Stati Uniti vennero scossi da due macabri capolavori senza precedenti per impatto psicologico, film che sembravano già superare lo stile classico americano, anticipando alcune delle conquiste linguistiche della New Hollywood: Psyco e Che fine ha fatto Baby Jane?. Se il film di Hitchcock si pone come opera mitopoietica, capace quindi di donare fama ad attori sino ad allora poco affermati, quello di Aldrich si affida all’interpretazione di due star affermate e di indubbio talento quali Bette Davis e Joan Crawford. La rivalità fra due sorelle e i rapporti di forza fra di loro sono descritti molto lucidamente, in un climax ascendente di violenza fisica e psicologica che nasconde, dietro alla sadica follia di Jane, una costruzione narrativa sapientemente calcolata.