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Cent’anni di Vittorio Gassman

“Sulla lapide si leggerà: Vittorio Gassman, fu attore. Poi una piccola chiosa, giù in fondo quasi illeggibile: ‘Non fu mai impallato’. È un termine tecnico cinematografico: è impallato ciò che si nasconde alla macchina da presa. Io mi sono sempre fatto vedere, mi sono esposto e, a teatro, credo addirittura d’aver avuto un certo coraggio, che per me, date le premesse, è il massimo”. Queste parole, rilasciate in conclusione di un’intervista datata dicembre 1989, racchiudono nella loro ironia tragica l’essenza che ha sempre caratterizzato l’arte di Vittorio Gassman: mai adombrato, sempre sotto ai riflettori, al centro delle assi del palcoscenico, contro tutto e tutti.

La grande guerra di Mario Monicelli contro i tabù

Approfittiamo della proiezione al cinema Lumière de La grande guerra di Mario Monicelli nel contesto della retrospettiva dedicata al primo conflitto mondiale, per pubblicare un lungo approfondimento. Era il 1948. Dino De Laurentiis voleva produrre un film tranquillo, qualcosa di non molto diverso da quel Come persi la guerra di Carlo Borghesio con Erminio Macario che era stato un buon affare l’anno prima, anche se gli organi competenti gli avevano negato il permesso di esportazione. Mario Monicelli un giorno gli parlò di un soggetto di Luciano Vincenzoni intitolato Due eroi?, ispirato ad un racconto di Guy de Maupassant. La storia di due amici scansafatiche inghiottiti nel turbine di una guerra che finiscono per comportarsi da eroi rientrava perfettamente nelle corde di Monicelli ed era un ottimo spunto su cui lavorare.