Leonardo Pacini
“La stangata” 50 anni fa
Nell’interstizio tra la crisi del cinema delle major e la svolta generazionale del pubblico si inserisce un film come La stangata (1973) di George Roy Hill, un fenomeno cinematografico che forte dell’appeal dei suoi protagonisti, Paul Newman e Robert Redford, segnala certe tendenze di una Hollywood nostalgica ma allo stesso tempo briosa, ancora oggi entusiasmante nel suo equilibrio tra innovazione e continuità con i linguaggi della tradizione.
Alfred Hitchcock il prestigiatore
Sovvertendo la lineare struttura deduttiva del giallo, Hitchcock ha preferito sempre ingabbiare lo spettatore in uno stato di febbricitante interesse, inserendolo all’interno della diegesi a livello di co-protagonista: dagli sperimentalismi di Nodo alla gola (1948) e Il peccato di Lady Considine (1949), insuccessi commerciali ma magistrali nelle ricercate operazioni di découpage, passando per La finestra sul cortile (1954), smascheramento del voyeurismo quale condizione primordiale e imprescindibile per il godimento nella fruizione cinematografica, il maestro inglese si è consegnato infatti quale prestigiatore che ha saputo fare della psicologia degli spettatori il cuore del proprio mestiere.