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“Quella notte a Miami…”. A Change Is Gonna Come

Tratto dall’omonima pièce del 2013 di Kemp Powers (qui anche sceneggiatore, come nel recente Soul di Pete Docter), Quella notte a Miami… è l’interessante debutto alla regia di Regina King, già pluripremiata star del nuovo firmamento afrohollywoodiano e autrice per diverse serie televisive. Un’opera prima non poco ambiziosa, che porta sullo schermo Sam Cooke, Cassius Clay, Jim Brown e Malcolm X riuniti in una modesta stanza d’albergo per festeggiare il pugile e la conquista del titolo per i pesi massimi nel 1964, evento che si fa occasione per gli amici di confrontarsi sulla questione nera e le sue problematiche, dinamiche, prospettive.

“One Night in Miami” a Venezia 2020

Il debutto alla regia di Regina King (Oscar come miglior attrice non protagonista per Se la strada potesse parlare) è un film sorprendente da tutti i punti di vista. In uno spazio di pochi metri magistralmente illuminato da Tami Reiker e in poche altre selezionatissime scene di interni ed esterni, quattro prove attoriali di rara intensità rievocano un dibattito antico ed estremamente attuale da un’angolazione inedita. Conservando una struttura e un’attitudine visceralmente teatrale (come un Carnage depauperato di cattiveria), One Night in Miami riesce ad affrontare i dubbi sull’emancipazione con uno sguardo arguto, così a fuoco da risultare disarmante. Ed è questo a rendere l’evento (reale e immaginario) così contemporaneo.