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Art City Cinema 2018: “Final Portrait” e l’arte del particolare
L’arte di essere amici è lo sgraziato sottotitolo con cui Final Portrait esce nelle nostre sale. Al di là delle opinioni, è utile perché unisce le due dimensioni sulle quali si fonda questa novella autunnale e simpaticamente anacronistica. L’arte è quella dello svizzero Alberto Giacometti, scultore, pittore ed incisore che vive, lavora, mangia, beve e gode a Parigi. L’amicizia è quella che lo lega a James Lord, scrittore americano con cui trascorre pomeriggi nei caffè o a passeggio tra le tombe dei cimiteri. Chiamato a posare per un ritratto, Lord, convinto di non perdere più di un pomeriggio, si prestò alla causa per un periodo indefinito, costretto a rimandare ogni giorno la partenza per gli States e a subire stoicamente le intemperanze dell’artista.