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“The Post” tra forma e controllo

Il trentunesimo film di Spielberg è una nuova dichiarazione d’amore alla grandezza dell’essere umano ed ha il valore aggiunto − in un periodo in cui si moltiplicano i casi Weinstein e in cui assistiamo a una rinnovata attenzione femminista al ruolo sociale della donna con i movimenti #MeToo, Time’s Up o il nostrano Dissenso comune − di eleggere ad eroe un personaggio femminile che nella magistrale interpretazione di Meryl Streep riesce a passare da una situazione di confusione e subordinazione psicologica a una determinazione e una solidità imprevedibili.

“The Post” e la potenza delle rotative

Nel film più prototipico sulla libertà di stampa in quel periodo, Tutti gli uomini del Presidente (1976), girato giusto una manciata d’anni dopo, il senso di pericolo imminente per chi si opponeva al potere era opprimente, in pieno accordo col clima sociale post-Watergate. The Post è un film su eventi di ieri sviluppato oggi, in cui la minaccia è burocratizzata, e passa per le aule dei tribunali in cui si rischia di venir condannati o le feste dei circoli sociali dai quali ci si ritroverà certamente esclusi. È un senso di pericolo per i nostri tempi, non caratterizzato dalla paranoia del quotidiano ma dal sentimento di esclusione verso chi detiene il controllo.

“The Post” e la pratica della parresia

The Post è il racconto di Davide che sconfigge Golia, del coraggio di pochi contro la mefistofelica “Ragion di Stato”e di una totale resa della verità in rapporto alle vite dei singoli, ciò che per Foucault coinciderebbe con un vero e proprio atto parresiastico: dall’etimologia greca, la parresia è la libertà di dire tutto, esporre senza censure o filtri la realtà dei fatti anche a costo della vita. E quando il filosofo accusa il sovrano dell’incompatibilità del suo potere con la giustizia sociale e universale abbiamo storie come quella rievocata da Spielberg, un cinema, specialmente nei giorni dell’America di Trump e dell’informazione imbavagliata dal timore dell’esclusione, essenziale per smuovere le coscienze.