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Cinema e serie Tv in Italia: tavola rotonda

Negli scorsi giorni, durante il Festival Visioni Italiane, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo apparentemente angosciante, “Serie Tv: futuro o morte del cinema?” : un dialogo tra autori, produttori e registi per capire quali siano i rapporti tra le due grandi forme di intrattenimento. L’incontro è stato coordinato dal direttore di questa testata, Roy Menarini, insieme a Emiliano Morreale. Partecipano alla tavola rotonda molti dei protagonisti di questa ondata che sta investendo la serialità italiana: Angelo Barbagallo (produttore de La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana e Il principe libero), Mattia Torre (la mente dietro serie come Boris e La Linea Verticale), Edoardo Gabbriellini (regista per Dov’è Mario? e In Treatment), Mario Gianani (produttore di 1992), Stefano Sardo (sceneggiatore, tra i suoi principali lavori troviamo 1992 e In Treatment) e Claudio Cupellini (regista di Gomorra).

Dario Albertini e “Manuel”, la finzione oltre il documentario

A Dario Albertini interessava soprattutto quel senso di confusione e di smarrimento che alberga nei cuori dei suoi ragazzi. Da qui viene la sua decisione di realizzare un film di finzione sulla storia di Manuel, anziché un documentario: “Volevo prendermi il tempo necessario per realizzare il progetto senza aver paura di perdere qualche frammento di quella realtà perché la macchina da presa era spenta”. Un ruolo di grande importanza è stato svolto dal produttore, Angelo Barbagallo, che ha permesso di svolgere le riprese in ordine cronologico: “È stato fondamentale perché Manuel è un racconto di formazione e ciò ha permesso agli attori di crescere insieme ai loro personaggi, di immedesimarsi giorno per giorno”