Sara Basile
“C’era una volta in America” siamo noi. A 40 anni dal capolavoro di Leone
C’era una volta in America siamo noi. O, anche, chi ha già vissuto molte vite. Il passato visto dal futuro e il futuro visto dal passato. Ci siamo anche noi insieme a Noodles a succhiare dalla pipa il fumo del sogno, andando a letto presto per sfuggire ai fantasmi che ognuno di noi ha dentro, quelli dell’amore non corrisposto, della violenza, dell’amicizia, del tradimento, della vendetta, dei fallimenti e dei rimpianti.
“Viaggio a Tokyo” 70 anni dopo
È un Paese, quello di Ozu, negli anni dell’occupazione americana. Un Paese che cambia e nel cambiare abbandona anche i suoi valori più autentici come il senso dell’accudimento, il ritmo lento della vita, il rispetto dei rituali. Il regista ne ha nostalgia, ne soffre; eppure, il suo cinema “gentile” – come lo definisce Kaurismäki – ha una narrazione che non contiene conflitti, non ci sono buoni e cattivi da una parte e dall’altra. Si fa fatica a non giudicare i personaggi di Ozu.