7 Agosto, domenica di San Gaetano. Uomini e donne di varia estrazione sociale abbandonano in massa Roma per passare la giornata sulle spiagge del lido di Ostia. Sotto il sole cocente dell'estate si consumano romantici equivoci, sogni di gloria infranti e fragili speranze di un futuro migliore alle soglie del Boom economico. L'esordio alla regia di Luciano Emmer segna il riuscito incontro tra il quasi esaurito Neorealismo e le prime forme di commedia all'italiana, un malinconico racconto corale che è anche un meticoloso spaccato dell'Italia nel Dopoguerra.

Coadiuvato in cabina di regia da un esordiente Francesco Rosi, il regista costruisce la storia immergendosi tra la gente comune per portare sullo schermo il fascino rurale di un'epoca storica irripetibile. La domenica al mare dei romani assume i contorni di un esodo di massa, la macchina da presa si infiltra nei treni stipati dalle classi popolari e nella fiumana di biciclette e macchine dirette verso il mare, luogo di svago per ricchi e poveri che risuona come rito collettivo di una nazione desiderosa di rialzarsi dopo il dramma della guerra. Alle sue spalle, al contrario, rimane una Roma dechirichiana, svuotata di ogni presenza umana e dipinta come un non luogo in attesa di ripopolarsi al calar del sole.

A partire da questo approccio documentaristico prendono spontaneamente vita le vicende dei numerosi protagonisti del film, individui le cui traiettorie si incrociano per casualità ma sempre nel segno di un'agognata progressione sociale. La passione che nasce tra Enrico e Marcella, giovani proletari che si fingono milionari per sedursi a vicenda, nasce dal desiderio giovanile di affrancarsi dalla povertà e ritrovare nella richezza la dignità perduta, e sulle stesse basi si sviluppa la relazione tra il mantenuto Roberto e la borgatara Luciana, desiderosa di lasciarsi alle spalle la storia con il violento Renato. Il giudizio finale di Emmer, in pieno stile neorealista, lascia che la durezza della vita prenda il sopravvento sulle ambizioni dei suoi personaggi ma senza mai privarli della speranza:  gli incontri fugaci dell'estate si esauriscono con il ritorno alla quotidianità ma rimane sempre aperto uno spiraglio di ottimismo verso il futuro.

In questo turbinio di ombrelloni, canzonette popolari e baci in riva al mare lo schermo del cinema viene illuminato dai volti degli attori che hanno segnato la storia della cinematografia nazionale. Il cast comprende Franco Interlenghi, lo sciuscià di De Sica, nei panni del giovane ciclista Enrico ed Emilio Cigoli, storico doppiatore di John Wayne e Gary Cooper, nell'intenso ruolo di un vedovo diviso tra l'affetto per la giovane figlia e l'arida relazione con la sua cognata. L'importanza storica del film è segnata anche dalla presenza di un ancora esordiente Marcello Mastroianni, qui doppiato da Alberto Sordi, nei panni del timido vigile urbano Ercole, ruolo ancora lontano dall'aura di tombeur de femmes che segnerà in futuro la sua carriera d'attore.

Domenica d'Agosto è una preziosa testimonianza storica di un'Italia sfumata nel mito, uno struggente affresco sociale che anticipa l'evoluzione della cinematografia nazionale e si ritaglia un posto di diritto tra i grandi classici italiani.