Quando Come eravamo uscì, nel 1973, Robert Redford aveva già lavorato con il regista Sydney Pollack per le riprese di Questa ragazza è di tutti (1966) – la collaborazione risultò così vincente che i due si sono ritrovati sullo stesso set per sette volte nel corso delle loro vite; Barbra Streisand, invece, era al suo primo vero ruolo drammatico e la sua interpretazione le valse la nomination all’Oscar come Miglior attrice protagonista.

Hollywood, si sa, è fan del gossip e all’epoca emersero diverse indiscrezioni a proposito di una certa antipatia fra i due attori… ma la chimica tra Redford e la Streisand è talmente palpabile, la loro recitazione così onesta, da catturare lo spettatore e sciogliere ogni sospetto di astio. Sebbene i dialoghi siano scritti con tenera magnificenza, la forza del film sta proprio nell’interpretazione dei due attori nel restituire una storia d’amore impossibilitata dagli eventi.

"Tu non molli mai, eh", dice Redford alla Streisand mentre questa fa volantinaggio per le strade di New York City. Il loro, quella di Hubbel Gardiner e Katie Morosky, è un rapporto che inizia ai tempi dell’università a metà degli anni Trenta e attraversa il periodo della Seconda Guerra Mondiale fino all’intervento statunitense in Vietnam; una relazione amorosa tormentata, quella di due moderni Romeo e Giulietta che non vedono schierarsi due famiglie, ma piuttosto due concezioni di ordine sociale: il conservatorismo e liberalismo economico da un lato, l’attivismo politico e il collettivismo dall’altro. Il contesto storico incide pesantemente sugli sviluppi della loro vicenda personale elevando la sceneggiatura di Arthur Laurents da semplice dramma romantico a film storico.

Uno degli episodi più significativi all’interno della trama è sicuramente il racconto del maccartismo e l’influenza che questo fenomeno ha esercitato sulla vita di coppia di Hubbel e Katie… ma non solo. La “caccia alla streghe” avviata dal senatore Joseph McCarthy prevedeva la repressione delle attività (e delle persone) considerate antiamericane e collegabili all’ideologia comunista; nel 1947 venne stilata la prima lista nera di persone coinvolte nelle produzioni hollywoodiana e le perquisizioni, gli interrogatori e gli arresti proseguirono fino al 1960. In Come eravamo, mentre Hubbel, da romanziere, sta tentando il salto come sceneggiatore scopre che alcuni suoi colleghi e amici sono stati segnalati per sospette attività antiamericane; le differenze ideologiche tra lui e Katie (che ai tempi dell’università era iscritta alla Lega della Gioventù Comunista) diventano così lampanti da recidere irreparabilmente il loro rapporto.

Nonostante il lungometraggio di Pollack sia quindi così perfettamente calato nel suo tempo e proponga evidenti e precisi riferimenti storici, l’amore che viene portato in scena trascende la periodizzazione dell’opera e commuove anche lo spettatore contemporaneo. Come eravamo è un chiaro esempio di perfetto equilibrio registico tra una recitazione drammatica e divistica – comunque capace di trasmettere con sincerità le emozioni – una sceneggiatura non eccessivamente patetica (nel senso di ricca di pathos). Il tutto accompagnato dalla premiata colonna sonora di Marvin Hamlish.