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Josette Andriot e Musidora, donne iconiche del cinema muto

Due nomi, due icone del cinema muto, due donne: Josette Andriot e Musidora. La seconda forse più conosciuta della prima, le due attrici sono le stelle dei film seriali polizieschi dei primi del Novecento. Entrambe, insieme a Pearl White, vivace e spericolata fotoreporter nel serial statunitense The Perils of Pauline, sono il simbolo di una nuova modernità femminile, che si contrappone all’identità di donne regressive come Mary Pickford o Theda Bara. Ma se per i surrealisti Musidora/Irma Vep era l’incarnazione delle fantasie oniriche dello spettatore, con tutta onestà, la tuta nera di Musidora e, perché no, quella di Josette Andriot, danno l’impressione di essere la pelle di donne nuove e inedite, pioniere di una femminilità ribelle e indipendente.

“Wolves of Kultur”: Leah Baird e le eroine senza paura del serial queen melodrama

Wolves of Kultur appartiene alle produzioni del e sul primo conflitto mondiale. La protagonista, la serial queen Leah Baird, lotta, sanguina, si lancia da finestre alte più di cinquanta metri e sconfigge “il male”, esattamente come gli eroi melodrammatici maschili. Una breve digressione sul melodramma: il genere affonda le sue radici nei feuilleton francesi del 1800, di grande successo. Il termine non suggerisce romanticismo, ma situazioni estremamente dinamiche, nelle quali avviene l’incontro e lo scontro tra polo positivo e polo negativo (il Male contro il Bene): il Cattivo del melodramma non ha spessore morale, deve essere rappresentativo del male sociale. E l’eroe maschile ha l’obbligo morale di sconfiggerlo.