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“Churchill and the Movie Mogul” tra cinema e politica

Figura tra le più fondamentali del secolo scorso, Winston Churchill è stato esaustivo narratore di se stesso in fluviali volumi autobiografici che gli hanno garantito addirittura un Nobel per la Letteratura. Infinitamente affrontato dagli storici, rievocato dai media, celebrato dagli ammiratori e per di più ancora capace di offrire nuove chiavi di lettura, angolazioni inedite per esplorare lati meno evidenti. Per esempio: l’amicizia con Alexander Korda, leggendario uomo di cinema a cui si devono, tra gli altri, film come Il terzo uomo, Il ladro di Bagdad, Marius, fondatore della British Film Academy. In Churchill and the Movie Mogul, John Fleet racconta il legame tra i due, nato negli anni Trenta – nel momento di minima popolarità dello statista – sulla base del comune interesse nei confronti del mezzo cinematografico.

“Aladdin” 52 anni prima: “Il ladro di Bagdad”

Siamo nel 1940 e stiamo parlando di un live action il cui risultato finale lo si deve a ben sei registi (anche se i più accreditati rimasero Ludwig Berger, Michael Powell e Tim Whelan) e ad un uomo con un sogno: fare un remake dell’imponente Il ladro di Bagdad del 1924 proponendo qualcosa di completamente nuovo, spettacolare, mai visto prima. Quell’uomo era Alexander Korda e nella magia dello splendido technicolor che ne decretò il successo, in questi giorni il Cinema Ritrovato ha riportato in sala il suo Il ladro di Bagdad.