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“Limonov” dalla vita insoddisfatta e capricciosa
Serebrennikov riporta la versione romanzata delle ascese e delle cadute di Eduard Limonov, personaggio controverso e indecifrabile che ha vissute mille vite diverse: dall’infanzia e adolescenza di povertà e delinquenza all’ascesa sociale come giovane poeta cullato dalla società underground sovietica, fino alla permanenza a New York fatta di sesso, stupefacenti e ancora sesso e che fa da spugna che cancellerà tutto che è venuto prima, tranne la sete di riscatto di Eduard detto Eddie.
“La moglie di Tchaicovsky” e lo spazio chiuso della società
La passione assoluta si riflette nella costruzione che il regista fa dello spazio scenico: chiuso, soffocante, sena nessuna apertura all’esterno. Non ci sono panorami, paesaggi, luce, tutto è grigio, avvolto dalla nebbia e dal buio, stretto intono ai corpi e alle azioni dei protagonisti. Gli spazi si sovrappongono l’uno con l’altro, in un flusso trascinante e febbrile che impedisce quasi di respirare. Una corrente che travolge e confonde, togliendo la percezione del tempo, il senso dell’orientamento, il lume della ragione.
“Petrov’s Flu” nella chiarezza del delirio
Il regista dissidente Kirill Serebrennikov ha presentato il suo nuovo film Petrov’s Flu al Festival di Cannes del 2021, senza però poter prendere parte alla kermesse. Su di lui infatti pesa ancora un divieto di lasciare il suolo russo, ed è solo l’ultima delle vessazioni che il regista cinquantenne sta subendo da parte del proprio governo. Sebbene infatti si tratti di uno dei registi cinematografici e teatrali di punta del paese, Serebrennikov negli anni passati è già stato accusato di frode ed incarcerato, subendo un accanimento nei suoi confronti difficile da comprendere se non con le lenti della censura di stato del governo di Putin.