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“La moglie di Tchaicovsky” e lo spazio chiuso della società

La passione assoluta si riflette nella costruzione che il regista fa dello spazio scenico: chiuso, soffocante, sena nessuna apertura all’esterno. Non ci sono panorami, paesaggi, luce, tutto è grigio, avvolto dalla nebbia e dal buio, stretto intono ai corpi e alle azioni dei protagonisti. Gli spazi si sovrappongono l’uno con l’altro, in un flusso trascinante e febbrile che impedisce quasi di respirare. Una corrente che travolge e confonde, togliendo la percezione del tempo, il senso dell’orientamento, il lume della ragione.

“Petrov’s Flu” nella chiarezza del delirio

Il regista dissidente Kirill Serebrennikov ha presentato il suo nuovo film Petrov’s Flu al Festival di Cannes del 2021, senza però poter prendere parte alla kermesse. Su di lui infatti pesa ancora un divieto di lasciare il suolo russo, ed è solo l’ultima delle vessazioni che il regista cinquantenne sta subendo da parte del proprio governo. Sebbene infatti si tratti di uno dei registi cinematografici e teatrali di punta del paese, Serebrennikov negli anni passati è già stato accusato di frode ed incarcerato, subendo un accanimento nei suoi confronti difficile da comprendere se non con le lenti della censura di stato del governo di Putin.