Arianna Vietina
“Pacifiction” speciale I – La minaccia fantasma
Albert Serra si è infatti distinto per uno stile particolare e molto riconoscibile, in cui a una ricerca tecnica ed estetica molto raffinata si unisce la rappresentazione di storie mortifere che si dipanano lentamente, concedendo tutto il tempo allo spettatore per immergersi in un ritmo pacato, fluido e riflessivo. Il tema del potere e dell’immagine degli uomini che lo detengono è ricorrente nella sua filmografia. E torna anche in Pacifiction, che abbandona l’ambientazione storica che aveva contraddistinto tutti i suoi film precedenti per portarci nella Tahiti degli anni ‘90 a seguire le attività del fittizio alto commissario dell’isola De Roller.
Damien Chazelle, l’erede del cinema hollywoodiano?
Chazelle si rivela la faccia pulita di una Hollywood che continua per la sua strada, posizionando qua e là personaggi messicano discendenti, afro americani, orientali, ma al tempo stesso dipinge il percorso ascendente dell’uomo che si è fatto da sé (il tuttofare Manny, che riesce a diventare produttore senza mai perdere il garbo e la cavalleria che lo porteranno alla conquista della bella bionda premio) in netta contrapposizione con quello discendente di Nellie, incapace di comportarsi bene, emancipata solo in quanto selvaggia e che alla fine trova la libertà solo nella morte.