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“Fase IV: distruzione Terra” e la fantascienza non-umana
In 2001: Odissea nello spazio l’elemento umano decade in favore del non-umano, inteso nelle due accezioni difficilmente distinguibili dell’animale (prima) e della macchina (poi). Fase IV è un film d’autore (da dentro e attraverso il genere) che prende sul serio la sfida kubrickiana di un cinema in grado di fare a meno dell’umano, di cui si investigano i prodromi (dawn of man) e gli esiti tecnologici futuribili, ma si bypassa totalmente qualunque fase umanista intermedia.
“Fase IV: distruzione Terra” e la fantascienza ecologista
Imparare a convivere e adattarsi ai mutamenti. Le specie animali l’hanno sempre fatto. Ora tocca all’umanità. Nel primo e unico lungometraggio diretto dal designer Saul Bass, la formica, considerata piccola e insignificante, sviluppa capacità intellettive simili a quelle umane, sviluppando tecniche di sopravvivenza e prevaricazione che potrebbero portarla al governo dell’intero pianeta. Vedendo Fase IV: distruzione Terra dopo cinquant’anni dalla sua uscita, adottare una chiave di lettura ecologista, date le evidenti problematiche legate al rispetto e allo sfruttamento dell’ambiente, è inevitabile: la natura si ribella all’uomo, lo sovrasta e lo pone in una condizione di subordinazione.